mercoledì, aprile 16, 2008

Disdetta

Detto tra noi mi aspettavo un giorno libero oggi, ieri ho fatto anche le due di notte per cercare parchi, mercatini e altre cose suggestive da visitare, ma giorno libero non fu. Ci hanno organizzato un incontro col console, e di nuovo detto tra noi caro lettore, io ci sono andato perché credevo che avremmo mangiato, ma non c'è stato neanche il pranzo. Disdetta al quadrato.

Il peggio doveva ancora arrivare: io tra gli indirizzi segnati c'avevo un ristorante specializzato in ravioli piuttosto famoso, ho detto vabbè, visto che non c'è il pranzo offerto almeno mi consolo col localino trovato su internet. Non so in quale modo la cosa deve aver spronato anche gli altri a venire, fatto sta che siamo arrivato col taxi in prossimità del locale (ho fatto un cerchiettino sulla mappa) e il locale non si trovava, apriti cielo, per poco non mi scorticavano vivo. C'è da dire a mia discolpa che la bontà del raviolo (xiao long bao per gli addetti ai lavori) era abbastanza commovente. Anche i wanton che ha preso xin Xin erano degni di menzione.
Dopodichè ci siamo divisi, ho deciso di aver vissuto abbastanza in cina per provare finalmente l'ebbrezza di perdermi. La prof. torna in albergo, xin xin verso qualche tempio/parco altro a me non meglio noto, i ragazzi (mattia+fabiana+elisabetta, gli altri erano morti o desaparacidi) all'hong kong plaza, centro commerciale fitto fitto di negozi di elettronica alla ricerca di ipod veri, pezzotti e altre diavolerie elettroniche. E devo ammettere che un po' mi spiace non esserci andato perché tra una contrattazione estenuante e l'altra alla fine hanno spuntato prezzi più che dignitosi (7 euro per un finto ipod shuffle, mica male, su).
Io ovviamente ho provato a dirigermi una meta qualsiasi senza mai raggiungere nessuna di quelle prefissate, uff, che rogna. Mi sono perso cento volte, ho girato sempre più o meno attorno agli stessi posti (senza accorgermene, ovviamente), quando sono arrivato a piazza del popolo il parco era pure chiuso, che pizza. Alla fine posti strafighi zero (niente fumetterie, niente cinesi attacca bottone), beh, anche se i parchetti con vecchietti che fanno ginnastica e vecchiette che danno da mangiare ai gatti, non sono malaccio.
Poi cena di nuovo assieme, al ristorante dell'albergo: manzo, granchio, pollo con anacardi e gamberetti, medusa, un po' di cose che abbiamo ordinato puntando il dito o circuiti dalle cameriere che ancora non abbiamo ben identificato. Io ho ordinato un po' di cose a random, poi anche il granchio, ce n'erano due grossomodo uguali sul menù, abbiamo chiesto qual'era la differenza e dopo cinque minuti pare che siamo giunti alla conclusione che uno era maschio, l'altro femmina. Come se non bastasse mentre mangiavamo la cameriera è venuta a mostrarmi dentro una busta di plastica il granchio che di lì a poco avremmo mangiato per chiedermi se andava bene! io per poco non salto sul tavolo, gli punto Eva e dico: mostralo a lei che l'ha ordinato lei! buhuhhu, povero granchietto (anzi, granchietta).
Stare a Shanghai a cazzeggiare comunque mi ha fatto venire una grande voglia di studiare cinese, lottare con i camerieri e i commessi per capirsi alla fine si dice sempre le stesse cose, a contrattare scrivi i prezzi sulla calcolatrice e poco più, coi vecchietti le mie chiacchiere si sono limitate a: sapete mica dov'è il bagno?
Scusate i post fiume, perdermi per strada e riflettere sul perché dell'esistenza guardando gli stagnetti colle carpe mi rende logorroico.
Foto: in battello a wenzhou prima di essere tempestati di televendite (se non si legge, cliccate che viene ingrandita...).

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