sabato, novembre 28, 2009

La solitudine dei caratteri cinesi

Molto tempo fa ho letto un aforisma. Sosteneva che nella vita i giorni importanti fossero quattro o cinque, gli altri servivano per fare spessore. L'aggiornamento periodico del blog per oggi salta. Questa volta pubblichiamo un nuovo episodio della posta del cuore. Se non lo leggete è meglio, io devo elaborare il lutto quindi eccomi qui, però se passate di qui e in cuor vostro vi sentite di lasciare un commentino, un consiglio (che non potrò pubblicare perché i rapporti tra Cina e Blogspot continuano a non essere idilliaci) in fondo ve ne sarò grato. Credo (male?) che praticamente tutti o quasi siano passati per situazioni simili, i casi di cronaca nera relativamente pochi, quindi è logico dedurre che la stragrande maggioranza ne esce relativamente incolume. Bene, veniamo a noi.

Io di cinesi importanti importanti, per una ragione o l'altra, ne ho conosciuti circa cinque. Quattro di questi in Italia. La gratitudine che provo verso loro è incalcolabile e inesprimibile, senza di loro non starei qui con il mio lavoro, la mia bella stanzetta, i miei studenti e la mia vita. Il cinese che ho conosciuto in Cina è Wilson. Per descrivere Wilson ai miei occhi bastano due citazioni cinematografiche malamente riportate, la prima è di Densha no Otoko quando la protagonista dice "tu rendi nuovo ciò che è banale, rendi ricordi preziosi le cose triviali", la seconda è di 500 days of Summer "da un lato vorrei uscirne fuori. Dall'altro so che è l'unica persona nell'universo che può rendermi felice".
Non è possibile per me immaginare una Cina senza Wilson, è come se ogni carattere cinese, se ogni cosa che ho visto, sentito, detto e fatto in qualche modo fosse
collegata a lui. La condivisione (via chat) di tanti piccoli episodi quotidiani privi di apparente significato si è insinuata leggermente e dolcemente sotto la mia pelle, fino a quando un giorno mi guardo dietro e so che la dipendenza da chiacchieratina supera l'assuefazione delle droghe pesanti.
Il fattore borderline di queste amicizie però le rende difficilmente gestibili: i contorni sfumati dei sentimenti in cui tutto si mescola, a volte è piacevole, a volte doloroso. In queste situzioni che rifuggono ogni etichetta mi sono ritrovato a desiderare di rivederlo senza requie. Ho saputo che il capodanno cinese non si tocca, cicca cicca, la settimana di vacanza è sacra e va trascorsa con la famiglia, poco conta se io magari avrò un mese e rotti di vacanze invernali. Non mi ero ancora rirpeso quando ho saputo che era a Pechino in questo fine settimana prima di partire per gli Stati Uniti. Non sarebbe stato possibile vedersi anche solo per un po' Perché non me l'ha detto? me lo dico e me lo ridico e non me ne faccio una ragione. Ho pensato che più saremmo andati avanti più averlo atteso per sempe mi avrebbe
corroso. Quindi in poche righe ho scritto che di vederci non se ne parlava, al telefono mi sarei vergognato del mio cinese, quindi l'avrei salutato così in chat, è tra le persone migliori che io abbia conosciuto e quindi gli auguro ogni bene per il futuro, mi ha reso felice e non l'avrei mai dimenticato. ciao ciao.
Che cosa cretina che ho fatto. eppure ci ho pensato un po' ed ho creduto che fosse la cosa migliore da fare. il risultato è che passo le giornate a piagnucolare, il sorriso ebete che avevo quando giravo per le strade è sparito, penso e ripenso. e non ho più speranza. non so più la ragione per cui faccio le cose. studiare il cinese,lavorare. se guardo la tv o leggo un libro, se incontro un carattere cinese mi imbatto in un ricordo. i cinesi dicono che una rana a tre gambe è difficile da trovare mentre gli uomini con due sono dappertutto, però il mio corpo è ancora avvelenato da quella dolce assuefazione che l'altro miliardo e rotti di cinesi mi sembrano quelli che fanno spessore, Wilson era il mio giorno importante. la terza
citazione filmica di questo post è quella di Qualcosa é cambiato: "tu mi fai desiderare di essere una persona migliore". Adesso non ho più desideri.

domenica, novembre 08, 2009

L'e-mail del babbo (e sono 28)

Secondo "maggico" appuntamento con la permanenza nello Shandong. tra una lezione e l'altra, cercando di rimediare agli eccessi italiani con un'alimentazione morigerata e regolare. Annodando i fazzoletti per ricordarsi che dare una pulitina alla camera male non farà. Eccoci qua. Sedetevi bene che mi sa che m'è uscita una cosa un po' lunga. Iniziamo con il fattore nostalgia o anche l'angolo "qui lo dico e qui lo nego": quello che mi mancherà di Shijiazhuang. Sembra una vera mission impossible, eppure a voler essere incontentabili qualcosa di Shijiazhuang mi mancherà (a parte, ovviamente, gli amici). La prima è il collegio, che in my humble opinion, se non avesse avuto l'assurda regola di chiudere ogni santo giorno alle dieci sarebbe stato un posto molto più vivibile. L'aspetto figoso, se così si può dire del collegio
è che negli stessi due piani vivevano alcuni (molti se ne sono guardati bene e vivevano altrove) degli insegnanti stranieri, i miei vicini di stanza erano i miei colleghi che insegnavano spagnolo, giapponese, inglese, coreano, arabo.

Un bell'ambiente, poi considerando che facevamo lo stesso lavoro c'era sempre un discreto background di cose da discutere: quanto fossero maligni quelli della
scuola, quanto pigri gli studenti, cosa inventarsi per attirare un minimo la loro attenzione, gioire assieme dei successi, condividere i piccoli, grandi incidenti di percorso. Beh questo, nel condominio di Jinan dove presumibilmente sono l'unico straniero e nel vecchio (carino, per carità) campus dell'Università dello Shandong dove la situazione è pressochè simile, un po' mi mancherà. Gli studenti stranieri stanno all'altro campus che in linea d'aria è poco più di uno sputo ma chi ci passa mai? Un altro punto è stato che l'essere oppressivi ha un suo tornaconto: di positivo c'era la sensazione di essere presi per mano e guidati, qui mi hanno dato un paio di foglietti con scritto vai qui e vai lì e poco altro. L'anno scorso almeno la povera Susan s'era occupata di scarrozzarmi all'ospedale a fare le analisi, è andata a prendere i risultati, forse questo un po' mi manca (sebbene col metodo fai-da-te ho portato il mio passaporto all'ufficio martedì e lo ritiro con il visto il prossimo lunedì, a Shijiazhuang dopo aver consegnato il mio passaporto all'ufficio l'avrò rivisto un mese dopo).
Il tempo ha tirato un tiro mancino non da poco e non solo qui a Jinan, il fine settimana scorso la temperatura è calata precipitosamente, dalle serate in magliette a maniche corte siamo passati a 9 gradi e minacce di neve, a Pechino e a Shijiazhuang ha effettivamente nevicato! Qui un paio di giorni di un freddo abbastanza insopportabile(sono corso a comprare cremine, burridicacai e quant'altro per evitare di aprire faglie tettonice sulla mia faccia) adesso sembra tornato
tutto alla normalità e possiamo goderci le foglie ingiallire e fa tutto autumn in new york. Altrove si è parlato di un atto di manipolazione del tempo (per far venire un po' di pioggerellina a Beijing), chissà cosa sparano in aria (argento? così attiriamo le nuvole e ammazziamo vampiri e lupi mannari?), poi assieme alle nuvole è arrivato anche altro e di qui la bufera di neve che quasi paralizzava Beijing. Ora questa storia delle piogge indotte la dicevamo anche quando ho messo piede per la prima volta in Cina, eravamo in clima di olimpiadi e si diceva che il governo volesse ripulire i cieli di Pechino con giornate programmate di pioggia (in effetti tocca dire che in alcuni giorni l'aria faceva particolarmente schifo, sembrava di stare in mezzo ad una tormenta di sabbia). Però io a queste cose un po' fanta-politiche ci credo sempre poco (sebbene napoletano), per me ha un po' la stessa fondatezza della storia delle scie chimiche. Anche se questa qui nessuno è ancora
andata in giro a sputtanarla quindi magari stavolta è vero, boh.
Comunque l'alone di mistero (specialmente fanta-politico) sui cinese è sempre cheap'n'chic, il primo posto (in assenza di clamorose sviste) spetta indubbiamente a: "il mio insegnate-collega-studente-compagno di classe probabilmente è un informatore/spia del governo". Durante il mio master abbiamo buttato giù tanti di quei sospetti che manco un torneo internazionale di Cluedo!

Se me lo chiedete, tra gli svantaggi di partire per conto proprio e arrivare in terra staniera, rientra quello di patire a volte una micidiale solitudine. Oltretutto quando sto per conto mio più che annoiarmi a morte non riesco a fare, sebbene il posto sia nuovo non ho voglia di perdermi nei meandri della città e visitare i suoi luoghi ameni, preferisco che ci sia occasione di andarci con qualcuno che m'accompagna (eh, lo so, voglio la zuppa bella e preparata), altrimenti è una pizza, dai. Quindi nei primi due giorni mi sono fatto un giro di quello che c'è qui intorno nel raggio di un centinaio di metri e mi sono messo l'anima in pace. Come ho detto nel post precedente c'ho la sala giochi sotto casa, non ho bisogno di indagare oltre.
Una sola cosa in effetti emerge come puro rito individuale, quello dove sei stai per conto tuo praticamente è meglio: fare la spesa al supermercato. E se riesco a vincere la pigrizia devo ammettere che girare tra i banchi del supermercato è un vero e proprio torbido piacere. L'ho pensato quando alla ricerca del mascarpone (il Darunfa ha i savoiardi vicenzi importati dall'Italia ma non il mascarpone... e io mi chiedo, ma questi a chi li vendono i savoiardi? mai sentito parlare di marketing? prodotti complementari? boh) e sono andato al Carrefour per vedere se lì c'era. Esplorare i banchi del supermercato è una caccia al tesoro alla ricerca nuove sensazioni, nuove merendine da provare a colazione, prodotti dal gusto quantomai esotico (segnalo le patatine fritte al gusto mango o mirtillo del darunfa), offerte irrinunciabili. Mi è inoltre piaciuto l'angolo dove in ogni banco del Carrefour vengono messi in evidenza i prodotti nuovi o particolari si chiama qualcosa tipo: hai voglia di cambiare stile di vita? In quello dei liquori c'erano quelli importati, dove ho di nuovo scoperto che i prodotti complementari qui proprio non vanno di moda: vendono bottiglie di gordon's gin (altro caso affascinante di marketing: la bottiglia da 375ml costa meno della metà di quella da 750ml) e non
l'acqua tonica o la lemon soda... vogliono farmi impazzire, lo so!
Comunque dopo aver girato il Darunfa (origine: taiwan) e il jialefu/carrefour (francia) quando ho tempo passo al woerma/walmart (usa) e legou/tesco (uk), spero di trovare tante belle sorprese anche lì.
Un abbraccio virtuale ai miei poveri lettori, soprattutto ai tre intrepidi che mi hanno lasciato un commentino... che chissà se/come/quando riuscirò a pubblicare! Col trucchetto ninja di postare via mail riesco ancora a scrivere qualcosina, ma pubblicare i commenti eh eh, sarà un altro paio di maniche! Un abbraccio al babbo che mi ha mandato un e-mail (che sensazione strana ricevere un e-mail dal babbo) non sentendomi da un po' di giorni e mostrandosi preoccupato per il mio stato di salute.
Comunque oggi, se mai la cosa potesse anche solo minimamente interessarvi è il mio compleanno. Essì, facebook per voi che potete aprirlo ve l'avrà ricordato, immagino. E' stata tutto sommato una giornata, bella, interessante, non spettacolare ma rispecchia abbastanza il trend delle giornate piacevoli vissute a Jinan. Poi magari in questi giorni ci faccio un piccolo post, che qualche aneddoto merita. Che dire, sono felice. A presto.