sabato, dicembre 27, 2008

Natale senza i tuoi... e capodanno?

Oh, divinità del cielo! Quante persone oggi alla stazione! Un miGLiardo di cinesi eran tutti lì, a shijiazhuang, a comprare qualche biglietto del treno per andare chissà dove. Le stazioni del treno cinesi sono posti che mi turbano davvero un sacco, ma cominciamo da principio, dalla festa di Natale.
La vigilia di Natale i miei bimbi hanno organizzato una festa in classe, ci sono arrivato con un po' di ritardo, c'erano gli esami, poi le lezioni, poi ho provato ad insegnare ai ragazzi a cantare Jingle Bells, poi la lezione di cinese (l'ultima, sigh) sono tornato a casa stanco morto, ho pensato anche di disertare. Poi sono arrivato e sono iniziare le rappresentazioni.

E' stata dura per me, i ragazzi hanno messo su delle rappresentazioni divertenti, se la sono risa di gusto ma io non c'ho capito neanche una parola, e in mezzo a quella classe vociante mi sono sentito solo, come se il mio cuore avesse bisogno di altro e nessuno, lingua o non lingua, fosse in grado di parlargli. Poi abbiamo giocato, ho cantato per loro, l'adrenalina dell'esibizione mi ha fatto sentire meglio. Poi sono tornato in camera con la mela che mi hanno regalato. E' usanza qui, per una mera assonanza linguistica che nella notte della vigilia si mangi una mela. Assieme alla mela c'erano dei bigliettini scritti dalle ragazze augurandomi le cose più disparate, li ho letti con calma uno alla volta, mentre parlottavo con mia sorella su facebook. Sono dei messaggi bellissimi, che mi hanno davvero sciolto, mi riprometto di leggerne uno alla volta, come una medicina, ogni tanto per risollevarmi nei momenti un po' bui.
Anche il giorno di Natale non è stato malaccio, ho pascolato un po' per centri commerciali, poi ho incontrato un amico e con lui ho mangiato huoguo a buffet, roba da sfondarsi le budella, che buono, ho fatto un giro per la sua università (inutile fare confronti col campus dove mi trovo senza uscirne con le ossicine rotte) sono tornato alla casa base perché Susan (la mia responsabile, diciamo) mi aveva invitato ad una "festa" a cui avrei dovuto esibirmi in qualche modo. Arrivati lì ho scoperto che la "festa" era una cena di Natale per qualche centinaio di cinesi che tra uno spettacolo e l'altro si sarebbero gustati una mia canzone... Prima dello spettacolo c'era la cena, ma io ero pieno come un uovo e mi sono limitato a bere un paio di bicchieri di caffè destando nei miei vicini il sospetto che a me il cibo cinese non piacesse. A me l'idea faceva ribollire il sangue: tutti quei bei spettacolini, acrobati, cantanti, una coppia di bimbi che danzava latino americano come scafati professionisti, che c'entravo io? proprio non lo so. Ma Nacho ha ragione: io a questi qui non so dire di no, mi sono trovato in ballo lì in mezzo ed ho ballato meglio che potessi. Ho poi conosciuto un ragazzo americano che parlava un cinese sopraffino (qui da due anni, ignoro gli anni trascorsi) ed ovviamente ho riconsiderato i miei miseri tentativi, la mia esperienza, e mi sono sentito un nullafacente.
Comunque dopo la canzone, una birra e un po' di sigarette per placare lo stress sono tornato in camera ed ho chiamato i miei familiari dato che, insomma, era pur sempre natale. E così, dopo un altro giorno di lavoro, ultimo giorno di lezione per gli italiani, ancora esami per gli inglesi, siamo arrivati ad oggi, quando volevo comprare il biglietto per andare a Pechino ma c'era così tanta gente che manco me lo immaginavo ed ho desistito prima di incominciare. Ma questa è un'altra storia.

lunedì, dicembre 22, 2008

Lunedì, penultimo lunedì

Massì, scriviamo anche oggi, che tanto mica li pago. Ieri è iniziato l'inverno, dicono, è infatti a Shijiazhuang c'era (ehm, c'è) un freddo bestiale, specialmente a ora di pranzo perché tirava vento, secondo il meteo di google/yahoo siamo arrivati a -7°. E per il solstizio vanno mangiati i jiaozi, i buonissimi ravioli cinesi, altrimenti durante l'inverno ti si gelano le orecchie!

Io non ci speravo: ieri sono stato tutta la giornata in camera (ho guardato Lars e una ragazza tutta sua), ho studiato un po' di giap, ho ripreso la tavoletta grafica con la voglia di fare qualche disegno. Poi è passato Nacho e siamo andati a cena assieme a Eto-sensei, pensavo che non sarei riuscito nell'impresa perché il ristorante dei jiaozi è un po' lontano e con il freddo che c'era... una vera impresa alla Messner. Ma le tradizioni sono le tradizioni ed i jiaozi ieri li faceva anche il 'nostro' ristorante solito. Menù della serata: jiaozi con vitello e porro, pollo affogato piccante (se avete una traduzione migliore per 水煮鸡片, ditemela) e le solite 酸辣土豆丝, striscioline di patate piccanti che si confermano il mio most favourite chinese dish.
Ma veniamo a stamattina: il lunedì è un inizio blando e piacevole, ho le lezioni il pomeriggio, quindi con calma la mattinata posso organizzarmi. Stamattina mi sono alzato, un po' tardi, verso le otto, ho fatto la doccia poi colazione. Poi mi sono messo sui libri con l'idea di preparare le domande da fare all'esame, così oggi ne discutiamo in classe e gli studenti avranno il tempo di prepararsi, si spera. Ho messo prima i Lali Puna, adesso la colonna sonora do Goodbye Lenin. Manca ancora quasi un'ora all'apertura della mensa, dopo questo post continuerò con la lista delle domande. Poi magari penserò a qualcosa da preparare per la festa di Natale in classe (il 24 sera), devo studiarmi anche una canzone cinese, qui alle feste se non hai il tuo numero di cabaret i cinesi non ti perdonano. Poi, già, l'albergo da prenotare per capodanno a Pechino... e cosa fare a capodanno? mi riprometto sempre di pensarci "più tardi" (il mio gene della pigrizia patologica non si smentisce mai). Buon inizio di settimana, e di inverno, anche a voi. A presto.

domenica, dicembre 21, 2008

Merry Christmas, Mr. Lawrence.

Natale in effetti è alle porte, non che qui gliene freghi molto, ma in pratica significa che le mie vacanze sono in dirittura d'arrivo. Adesso scatta il dilemma: tornare a casa? o prendere al volo l'occasione (gra.. gra... grandi magazzini, scusate la citazione complicata) e sperperare i soldi guadagnati, si spera solo quelli e non di rimettercene altri, fare 24 ore di treno qui, 24 ore di treno lì ed andare verso il sud della Cina? l'idea, devo dirlo, mi tenta molto e allo stesso modo mi terrorizza. Niente di certo, per ora.

Ormai sto a Shijiazhuang da due mesi, ma non posso dire di essermi abituato, niente è sempre uguale, ho iniziato con tutta calma, per fortuna, poi gli ultimi periodi sono stati assai intensi, senza il tempo di annoiarmi, infine adesso invece tutto sembra essersi rilassato e improvvisamente pare che non so più come riempire le mie giornate, il fantasma del mese e mezzo di vacanza incombe su di me. ugh!
Ieri in un momento di particolare indisposizione sono uscito e sono andato a comprarei libri per lo studio del giapponese, è stato un momento un po' alla per tutto il resto c'è mastercard. Qualche cinese si è stupito non poco a vedere uno straniero comprare libri per imparare il giapponese, ma in effetti come dargli torto: la mia è di certo una scelta bizzarra. Ma, frequentando una misera lezione di giapponese alla settimana non c'è bisogno di essere dei geni del male per capire che se non studio anche per conto mio è tempo buttato alle ortiche. Sarebbe certo saggio, dato che sono in Cina, togliere baracca e burattini (ieri ho provato ad imparare a chiedere l'ora e rispondere e il mio cervello era sul punto di fondersi!) e dedicare quelle ore allo studio del mandarino. Ma, insomma, almeno provare, per vedere l'effetto che fa.
Insomma questo è il nuovo hobby, da alternare alla visione di film (recentemente visionati: Tekkokinkreet (mi è piaciuto molto), Onora il padre e la madre e Le ali della libertà) e dei 'soliti' manga giapponesi (in corso di lettura il simpaticissimo Detroit Metal City). Per il resto ho anche un libro di cinese non temete e, sempre in cinese, tramite amazon mi è arrivato il mio fantasticissimo 大便书, dabianshu, il libro sulla cacca! Un libro illustrato davvero carino che spiega, più o meno umoristicamente, più o meno scientificamente un po' di cose su ciò che diventa quello che mangiamo dopo circa uhm... 12 ore.
Comunque qui bisognerà lavorare un po' di più sul fattore umano: a parte un paio di giovani volenterosi qui la carenza di amici è abbastanza preoccupante (il prof. Eto ieri al ristorante mi fa: per la prima volta nella mia vita farmi degli amici sembra una cosa faticosa) bisognerà inventarsi qualcosa prima di contemplare l'estrema ratio di farsi crescere la barba e passare il tempo seduto sul tavolino nella posizione del loto, che, insomma, non mi pare il massimo.

domenica, dicembre 07, 2008

Sea of love

Oggi è stata una bella giornata, del resto è domenica: le domeniche sono facili, il casino son gli altri giorni. Comunque la vita di un insegnante è piuttosto ripetitiva, almeno finora: settimana passata nell'angoscia e nello stress per preparare le lezioni, weekend sul cazzeggiante allegrotto. D'ora in poi con gli esami in vista sarà un pochino diverso, ma di questo ne parleremo un'altra volta.

Insomma, oggi mi sono alzato, colazione, spalmatina di cremine comprate ieri al supermercato per idratare la faccina e il musino e non creparmi la pelle come un'opera di Burri. Sono andato dalla signora fuori l'università tutta imbacuccata che, munita di macchina da cucire di non precisata epoca, ripara i vestiti, io mi vergognavo ma l'altro giorno vidi che in pratica cuciva uno stivale, mi avvicinai e le faccio: senta, io ho una maglia aperta da un lato, se gliela porto me la aggiusta? e lei annuisce con forza per rassicurarmi. Vi ho parlato della maglia di qualità insulsa che si è aperta come uno startac appena me la sono messa? no? beh, meglio per voi, anzi, dimentichiamocene tutti. Consegnata la maglia vado dal barbiere, era un po' che volevo tagliarmi i capelli, non tanto perché fossero lunghi ma in quanto l'ultima volta me li son tagliati io e più crescevano più temevo che si notasse che sono tagliati alla cazzo, nei trenta minuti che avrei dovuto aspettare sono andato a farmi un giro in certi vicoli assurdi dove uno straniero non ha mai osato mettere piede (e io non so se lo farò più, eh eh). Poi è stata una giornata placida: ho riguardato Pane e tulipani perché voglio mostrarlo domani ai ragazzi. Ieri mi sono cimentato in uno stupido fotomontaggio poi pubblicato su facebook: ho preso la foto dei diciott'anni di mia sorella e ho aggiunto la mia faccia a quella di tutta la famiglia. Dopo aver provato il primo impercettibile pentimento di essere venuto qui per il freddo che faceva giovedì scorso guardando quella foto ho pensato che, come me, i miei familiari stanno vivendo la loro vita e io non sono con loro in questi momenti. A solo un mese e mezzo dalla mia partenza, ho fatto in fretta! Mi mette nostalgia, ma insomma, quando ho deciso di voler continuare con la Cina sapevo che niente capre e cavoli, niente mogli ubriache e botti piene, però fa un po' male lo stesso. Spero che anche le vostre domeniche siano buone, ne avete il tempo, qui son le nove e io sono nel letto, ma li son le due, hai voglia... Ciao!

venerdì, novembre 21, 2008

Mancanze

Venerdì sera, la settimana è ufficialmente finita, ci aspetta un weekend di noia o di estasi questo ancora non si sa, però questo venerdì è un po' come il sabato del villaggio, shijiazhuang è permeata dalla gioia lieta che il domani non c'è lavoro quindi io me ne strafrego del fatto che devo preparare le lezioni per la settimana prossima e sono alla ricerca di canzoni italiane orecchiabili da insegnare ai miei discepoli.

In assenza di un preciso scopo in questa giornata e con la pancia piena della marea di Jiaozi che ho mangiato a pranzo, mentre guardo il computer con faccia un po' da pesce mi è venuta per un attimo la mancanza di un bel long island ice tea, prima di rendere troppo concreta questa fantasia meglio che rimetta mano al blog e scriva il mio appuntamento settimanale (recentemente in cross-posting, prima su 163 e poi su blogger).
Questa settimana è trascorsa abbastanza placida, tranquilla, ho fatto 18 ore (quegli antipaticoni oggi hanno deciso di rifilarmene altre due, next week 20, che pera), ho saltato giapponese per andare alla polizia per le procedure del permesso di soggiorno (devo sganciare anche los quattrinos, sigh), è iniziato il corso di cinese per gli insegnanti pare. Io e Nacho siamo nel gruppo di "quelli che spicciacano un po' cinese" e Eto-sensei, Janus e l'insegnante ucraina di cui adesso mi sfugge il nome in quello per "iniziamo col pinyin e i toni", desaparacidi gli altri prof. magari si faranno vivi più in là.
Cos'altro è successo in questa settimana? uhm, ho incontrato il mio primo scarafaggio, sono a corto di quattrini, ma questa è la storia che si ripete, niente novità. Stasera si esce con le ragazze a cena, Daniela è super-motivata a ballare la bachata, vediamo un po' che ne esce fuori, adesso mi studio qualche video su youtube. Ciao! :)

domenica, novembre 16, 2008

And so the life goes on...

Umh, quanto tempo è passato? una settimana? due? Con questo maledetto blog su 163 è un casino persino capire quando ho scritto l'ultima volta. ah, che faticaccia. Fatto sta che la scuola ha deciso che pagarmi lo stipendio per farmi lavorare dieci ore sia un'eresia, quindi felici e contenti mi chiamano la settimana scorsa per annunciarmi nuove classi in arrivo e l'otto novembre (che è il mio compleanno quindi è difficile dimenticarsi la data) mentre mi faccio la barba bussano alla porta e arriva il mio nuovo orario. 16 ore in più settimanali in quattro classi di inglese commerciale 3! Per farla breve fatte 26 ore questa settimana ieri l'altro sono andato in ufficio a gettare la spugna e chiedere che me ne dessero di meno, la settimana prossima saranno 18, spero così di avere un po' più di tempo da dedicare alla preparazione delle lezioni per gli studenti di italiano e per quelli di inglese idem con patate.

Questa settimana quindi è stata, beh, stressante. Ma nonostante tutto ci sono dei momenti in cui penso che poi le cose non vanno così male e la vita ci regala dei frammenti per cui è facile commuoversi. Ieri per esempio sono tornato in centro, stavolta il gruppo era così formato: io, l'italiano, poi Nacho lo spagnolo, Eto-sensei che insegna giapponese e Janus, filippino che insegna inglese. Siamo andati un po' a zonzo, abbiamo pranzato in un ristorante niente male, poi in giro per mercati dato che Nacho voleva comprarsi delle scarpe. Ovviamente lo stupore di chi ci circondava era massimo a vedere questa delegazione multietnica muoversi per le strade un po' caotiche di Shijiazhuang. Ah, poi sull'autobus una ragazza mi vede e fa: Professore, si sieda (in inglese)! wow, che emozione, la mia carriera raggiunge picchi inaspettati!
Insomma, è una vita un po' strana qui: a volte sento la pressione, lo stress, il freddo sotto la pelle, vado avanti senza realmente poter pensare a nulla ma solo coll'ossesione di aver qualcosa di cui discutere l'indomani a lezione, spesso mi addormento sul letto, davanti al pc, col quaderno e la matita mentre appunto qualcosa da voler dire e/o in classe. Altre volte passeggio per il campus ascoltando Breathe Me di Sia, vado a far lezione o a mensa, l'aria talvolta è pungente, il fiato si condensa in una nuvoletta bianca e talvolta esce un sole capriccioso che invoglia a togliersi la giacca. Penso a come sia incredibile trovarsi in un paese a me totalmente alieno e poi ritrovarsi di domenica giocare in 4 a Mahjong (o Majiang) o a cena con i colleghi o in un ristorante grosso a malapena come la stanza che ho a casa, in Italia, a mangiare degli spaghetti buonissimi dove il personale che ti serve è costituito da un paio di donne in età avanzata coi capelli raccolti da un fazzoletto e un bambino che a occhio e croce non avrà neanche dieci anni.
Alla prossima. Buona giornata.

venerdì, ottobre 31, 2008

Shijiazhuang facts

Eravamo rimasti al mio arrivo a Shijiazhuang, adesso vediamo di passare alla permanenza. Oggi ho concluso la mia prima settimana di lezione, se devo tracciare una linea direi che tutto è andato bene anche se adesso ho 46 compiti da correggere e sono stato abbastanza inutilmente crudele quindi consumerò un bel po' di penna rossa.

Al mio arrivo mi hanno mostrato la mia camera, la 202, una stanza con un letto, tv (che non prende uno straccio di canale), frigo, dispenser dell'acqua, una lavatrice che secondo loro è una lavatrice ma a me sembra tutto fuorché una lavatrice (ancora non ho provato ad utilizzarla, nel prossimo post vi aggiornerò sui tentativi, che sento già vani), poi c'è il bagno, con la doccia che sostanzialmente E' IL bagno (niente vetri, niente tendine, niente) ed è una cosa che detesto ma di cui pian pianino sento che dovrò farmene una ragione. Internet ha funzionato abbastanza decentemente, certo negli standard cinesi, quindi niente blogger, niente siti zozzi, un po' di limitazioni che ti stanno strette e anche a quelle dovrò abituarmici... man man lai, 慢慢来, piano piano, dicono i cinesi, no?
Una settimana di vita è passata in fretta e le cose sono andate benone (a parte la stanza messa un po' maluccio, il che ha fatto credere ai miei genitori, dopo le mie lamentele, che fossi stato rinchiuso in una specie di gulag), anche più di quanto immaginassi. Ho subito fatto amicizia con Nacho, il mio vicino di stanza (204), ha la mia età ed insegna spagnolo, simpatico e solare come si confà ad uno nato nella penisola iberica, essendo approdato qui l'anno scorso assurge ufficialmente a ruolo di life coach: dove fare la spesa, in quali bettole mangiare, quali siti cinesi utilizzare a posto di youtube, et cetera et cetera. A questo piano ho anche conosciuto un giapponese appena arrivato, un tizio simpatico, ci siamo conosciuti a mensa e io ho ovviamente tirato fuori seduta stante il mio lato di manga appassionato/freak e lui penserà adesso che sono un demente.
Tutti comunque sono sconvolti, o almeno sorpresi, mi chiedono: ti sei laureato in inglese? e io: no la mia "specializzazione" è comunicazione (sorvoliamo, please). In risposta parte il commento unanime: perchè io ho conosciuto italiani/ ho sentito dire che gli italiani l'inglese non lo sanno parlare e io, che di certo non amo il mio paese alla follia devo indossare gli ingrati panni del nazionalista e dire: beh, no, dai, adesso ci sono millemila studenti universitari, credo che i giovani di oggi lo sappiano parlare un po' tutti. magari gli adulti meno.
Ho anche conosciuto un paio di ragazze, tramite Nacho, ma essendo il mondo piccolo ho scoperto che una delle due l'avevo già come contatto di msn. Daniela, infatti, ha già studiato italiano, lo parla in un modo che trovo adorabile (con tanto di parolacce) e vuole continuare a studiarlo insieme a me, ovviamente io sono più che ben disposto, in cambio di una manina col mandarino, eh eh eh eh. Evelyn (nome italiano non pervento) invece si è fatta carico di portarmi in giro per il centro di Shijiazhuang, abbiamo mangiato assieme 肉夹馍, rou jia mo, una cosa tipica di Xi'an (che a Xi'an mi ero perso) e mi ha mostrato tutti i maggiori punti di interesse commerciale della zona (dietro mio consiglio, della serie: saltiamo i musei, per quello ci sarà tempo e compriamo le lenzuola, piuttosto!).
Come finale di questo post vi racconto anche che abbiamo girato mezzo mondo perchè volevo comprare una piastra per farmi il caffè in camera, morale della favola, compro una piastra ad induzione (praticamente in Cina son tutte così, almeno quelle che ho visto io, niente fornelletti elettrici) e tornato a casa, preparato tutto il preparabile, scopro che non funziona con la macchinetta moka! sadness!

lunedì, ottobre 27, 2008

China, again!

Nei giorni trascorsi tra l'ultimo post e questo sono successe davvero un mucchio di cose, procederò in estrema sintesi, sperando di non tralasciare nulla.
Tutto inizia (ovviamente) due settimane fa con l'arrivo della lettera. A quel punto decido di andare a Roma e preparare il visto, parto per Roma giovedì incontro Nan che era a Roma andiamo un po' per bar (un tè a piazza di spagna 13,50 E, mica broccoli) poi salgo a Perugia, ospite dei miei ex-coinquilini. Rivedersi è stato un po' come se quei sei mesi di distacco non ci fossero mai stati, ho trovato la casa a posto come al solito, tutti bene anche Justin. Poi ho rivisto amici, compagnucci di master (e di merendine cinesi), un sacco di bella fauna insomma, c'era anche l'eurochocolate ma avevo un milione di cose per la testa e non l'ho degnato neanche di uno sguardo. Torno a Roma lunedì, riprendo il visto e torno a casa: il biglietto è prenotato per giovedì.

Giovedì parto facendo alzare 3/4 della mia famiglia ad un orario un po' infelice per accompagnarmi, parto da Fiumicino, arrivo a Londra, poi nuovo volo per Beijing a fianco a me una bellissima e paciocchissima bimba undicenne bionda in "gita" (wow, queste gite di oggi) a Pechino che come al solito si mostra impassibile mentre io tremo di paura sull'aereo. Arrivati a Pechino sgomento number 1: si son persi chissà dove la mia valigia, ok, mi danno una carta con 35 sterlie come scusa e dicono che poi me la manderanno a casetta mia bella ma Pechino sgomento number 2: quando arrivo non c'è nessuno ad aspettarmi!! e non so se concepite il panico di pensare di aver volato un attimo sedici ore a vuoto, poi il mio telefono non funzionava, sono sono riuscito a rimediare uno straccio di internet point nell'aeroporto... dopo un paio d'ore la cara Susan mi chiede se sono Mario dopo averlo chiesto ad altri tre/quattro stranieri, ritrovatici partiamo alla volta di Shijiazhuang. Tre ore di treno con il T (tekuai, assai veloce... e meno male). Ecco dov'erano finiti tutti i cinesi che quando ho abitato a Pechino non avevo visto! erano tutti alla stazione del treno, finalmente un'orda di gente come si deve! sul treno Beijing-Shijiazhuang (a 2 piani, wow) io avevo il mio bel posticino prenotato ma tutto intorno a me era un formicaio di cinesini che tornavano alla loro città dalla capitale (almeno presumo).
Arrivato a Shijiazhuang è quasi come avvertire le vertigini, sono atterrato qui, nel posto più lontano da casa del mondo e ci rimarrò per un bel po', non ho idea di come sarà la mia vita ma è quello che ho scelto di fare perché in fondo sentivo questa vocina che mi chiamava e perchè anche se le difficoltà saranno miriadi ho sempre creduto che l'esperienza che potrò trarne sarà impagabile. Cosa è avvenuto a Shijiazhuang cercherò di ricordarmelo ben benino perché ne parlerò nel prossimo post! eheh... ho anche io i miei impegni, sapete? ciao e a presto! :)

Io ci provo

Se mi volete, ma davvero davvero, adesso mi trovate qui.
Poi magari se mi gira cambio di nuovo tutto, chi può dirlo, eheheheh.
Comunque se funziona... è già una gran cosa.

mercoledì, ottobre 15, 2008

Il corvo

Oggi ho ripreso in mano Odin sphere e con esso il piacere di smanettare colla playstation (ironicamente stamattina appena ho iniziato a darci dentro è arrivato il corriere con il certificato di permesso di lavoro per la Cina), ho tirato tardi e in serata mi sono messo a guardare la tv. C'erano le iene, poi su rai2 davano Shaolin soccer, pensavo che fosse bello riguardarlo, ma quel film è stato praticamente stuprato dal doppiaggio, ascoltarlo è gradevole quanto sentire unghie grattare la lavagna, poi su iris invece c'era Il corvo.

Il corvo è stato il primo film che ho visto al cinema (ci andai da solo, inaugurando una fortunata tradizione), quindi a riguardarlo adesso sono ancora sotto l'effetto dell'infatuazione dell'epoca. Io ne avrò fatto di sbagli in vita mia e generalmente non mi pento delle mie scelte, insomma, anche i miei schifidi errori hanno fatto di me quello che sono, però se una cosa la rimpiango è che avrei dovuto avere gusti migliori in fatto di cinema.
Ohibò, ho visionato al cinema cose come il corvo, il corvo 2, mortal kombat e il matrimonio del mio migliore amico. A quell'epoca, dai miei 13 ai 17 anni avrei potuto invece gustare:
(1994) Forrest Gump
(1994) Pulp fiction
(1996) Fargo
(1997) Mononoke Hime... ma questo l'ho visto al cinema, qualcosa di buono da qualche parte ce l'avevo!
(1998) Il grande Lebowski
e se vogliamo esagerare nel 1993 è uscito addio mia concubina, ma forse vederlo e amarlo a dodici anni sarebbe stato chiedermi troppo. Ma chissà, magari avrebbe fatto la differenza...

domenica, ottobre 12, 2008

Angolo rotten tomatoes

A parte l'attesa per la lettera d'invito e la lettura di qualche lezione di cinese la vita scorre senza grossi colpi di scena. Oggi ho ritentato la carta della cucina cinese, ma il pollo gong bao e soprattutto le patate / tu dou si oggi non hanno raggiunto quello che io chiamerei successone.
Va bene, passiamo oltre, ultimamente ho visto qualche film, facciamocene una ragione e vediamo quale valeva la pena e quale meno.

Kung fu panda. Ero un po' reticente, pensavo che il doppiaggio avesse un po' ucciso questo film, c'erano un mucchio di attori americani strafighissimi, e poi ero convinto della superiorità genetica di wall-e (non ancora visionato). comunque se l'è cavata, in alcuni punti ho riso, la sequenza iniziale è carina, il personaggi buffi. voto 7
Gomorra. Un film curioso, difficile, di quelli impegnati dove la storia sfilacciata fai un po' fatica a seguirla e comandano i contrasti, i silenzi e le immagini, l'attesa e, saltuariamente, le canzoni napoletane. Una sorta di film di denuncia su una realtà molto difficile, mi ha incuriosito il ringraziamento finale agli abitanti di scampia per la loro disponibilità. E' come se avesse smorzato i toni quasi documentaristici del film. ci rappresenta agli oscar, ma aldilà del pregevolte intento di denuncia rimane un film poco digeribile. voto 6+, per l'impegno.
Teeth. Una ragazza scopre di avere la vagina dentata, è un film assai curioso, non sono riuscito a trovargli nè un capo nè una coda, come se sfuggisse ad una classificazione, dovrebbe essere una sorta di horror, non so se confermare. Perché vederlo? per la comicità (in)volontaria? non saprei. voto 5
Hancock. Tra i film visti il più delundente, e comunque non mi aspettavo pressochè nulla da questo film, nonostante tutto è riuscito a deludermi ed in questo è stato quasi pregevole. voto 4
Riding alone for a thousands of miles (wikipedia dice che il titolo italiano è mille miglia lontano, brutto titolo, ignoriamolo). Ovviamente la sorpesa arriva dal film che non ti aspetti, questo qui l'ho messo ieri notte pescandolo tra i dvd che avevo comprato in Cina, girato da un Zhang Yimou (Yimou si legge più o meno come si scrive: i-m-o-u, diffidate da quelli che leggono "imù", "imoo" sarebbe già più accettabile) reduce da qualche wuxia e in procinto di girarne qualcun altro. E' un film ambientato tra Giappone e Cina, una Cina da cartolina (le persone sono iper-buone, iper-magnanime, iper-generose e tutto funziona a meraviglia) che fa da sfondo ad una drammatica storia di affetti tra un padre ed un figlio. Sostanzialmente è un film di viaggio come esperienza di auto-isolamento e stranimento culturale, mi pare difficile dire che la storia in fondo non abbia qualcosa di stucchevole, eppure i personaggi, il motivo dell'opera nuo cinese, lo scenario dello yunnan vince facilmente le remore bacchettone. voto 8.

lunedì, ottobre 06, 2008

Ma qui non c'è manco l'asinello!

Dopo una settimana trascorsa a giocare colla psp a final fatasy vii crisis core (e un po' anche a guitar hero 3) sono riuscito a mettere fine alla cattività, sbarbarmi e dare una regolatina dignitosa ai miei capelli (col valido aiuto di Paolo che me li ha tagliati dietro) per andare a Sorrento a vedere Mamma mia!
L'ho poi ordinato l'iPod! solo che me ne sono infischiato del concorso e ci ho fatto incidere dietro una frase presa dal piccolo principe 'le langage est source de malentendous'. Lo dice la volpe al principe, quando descrive il rituale secondo il quale si addomestica e cioè si creano dei legami: bisognerà guadarsi, e pian piano avvicinarsi, di giorno in giorno, ma senza dir nulla. Lo so, avevo avuto anche un coraggioso partecipante, e non posso fuggire colla coda tra le gambe, avresti vinto tu, o valido amico, ma insomma, la chincaglieria cinese a te mica manca, mica bisogni anche del premio del mio fanta-inutile-concorso? :)
Intanto continuiamo la nevrotica attesa della lettera d'invito e la inganniamo con una saggia frase/chengyu cinese: 骑驴找马, qí lǘ zhǎo mǎ. Cavalcare l'asino cercando il cavallo. Il significato è curioso, intuibile ma non immediato: mantenere un lavoro mentre si è alla ricerca di uno migliore. Il mio commento è quello che dà il titolo al post.
In foto: oggi mi sono dedicato all'archeologia, per mettere qualche foto insolita su facebook...

lunedì, settembre 29, 2008

Le parole (difficili) che non ti ho detto

Insomma, sintetizziamo questa settimana. Di certo tra i vantaggi di tenere un blog rientra quello di poter esercitare e migliorare la propria scrittura, sarò quindi certamente capace di sintetizzare gli eventi salienti in un modo soddisfacente, non striminzito. Insomma, gira e rigira le cose che succedono nella vita di un 27enne disoccupato sono quelle, scriverne facendo sembrare la cosa interessante, diamine, non è mica da tutti.

Oggi mi sono alzato tardi e mi sono anche tagliato i capelli da me in un modo davvero increscioso, ma questo non è un granchè, pensiamo a ieri: ho fatto i ravioli cinesi (jiaozi per gli intenditori). I miei non hanno pianto dalla gioia per la loro bontà, ma io sono felicissimo e soddisfattissimo, stavolta li ho fatti da solo e non mi ricordavo neanche per certo come si facessero (ecco, vedi perché i tuoi amici cinesi hanno quella mania psicotica di fotografare tutto mentre cucini?) ci ho messo un po' quello che mi ricordavo e quello che mi piaceva: impasto con 500 gr di farina e acqua q.b. poi 500 gr di macinato, un carota, un po' di cavolo, un porro, zenzero e mu'er (oppure black fungus, oppure cloud ear, mi chiedo se un nome italiano ce l'abbia), per qualche ragione mi è avanzato un mucchio di ripieno, uhm, forse non ho steso granchè bene la pasta e ho fatto meno ravioli di quanto avrei dovuto. Però mi sono piaciuti, non eccezionali, ma buoni, mio fratello poi si è mangiato anche quelli che erano avanzati in serata.

Venerdì sono andato a Napoli, ho comprato dei libri per mio fratello, anche per me, che anelo(avo?) a diventare un insegnante di lingua straniera qualificato. Quando mi sono alzato la mattina avevo un freddo cane, mi sono vestito a strati, però quando ero arrivato a Napoli ero già sudato, morale della favola mi sono beccato un accidente, sono ridiventato la fabbrica del moccio, uff. Spero di essere in grado di tornarci anche domani, a Napoli, così posso comprare un altro po' di robine dal cinese e cimentarmi nello step successivo: il gong bao ji ding, pollo Kung Pao (ho comprato anche del velenosissimo tè al latte con dell'importatissimo latte in polvere, ma non ditelo a nessuno, altrimenti non proverò più l'ebbrezza dell'illegalità. certo, adesso ho capito come mai sulla traduzione in italiano del tè al latte c'è scritto: succo di frutta).


E a Napoli, incredibile ma vero, ci sono passato anche sabato sera. L'occasione era vedere il film di Marco Pontecorvo: Pa-ra-da, in una brillante sala da 25 posti, quasi gremita. Il film rende grande merito alla cinematografia italiana, è ben girato, la storia è interessante, i bambini coinvolti sono incredibili: è difficile davvero pensare che stiano recitando, sembra di osservare un documentario. Insomma, è un film talmente bello che sarà difficile pensare che conterà mai qualcosa nel nostro triste panorama. Dopo il film, il prode Fabrizio ha pensato che l'uscita non sarebbe valsa senza un mohito in via dei mille, beninteso, io ero assoltuamente d'accordo. Eppure Napoli di sera, bella e sconosciuta, mi inquieta: ho avuto più paura a camminare per le sue strade che non di notte a Pechino o a Xi'an. Ah, vero, rimane il titolo del post di oggi, quando sono andato per i libri ho pascolato anche alla feltrinelli e ho comparo l'eleganza del riccio, ma mi vergognavo a spendere tutti quei quattrini per un libro nuovo quando ho tanti libri ancora da finire da leggere in casa, e così non ho comprato l'eleganza del riccio ma the elegance of the hedgehog, l'ho comprato in inglese, ho pensato così non solo leggo il libro ma mi esercito anche un po' in iglese. così mi ritrovo un mucchio di parole difficili per quindici euro, avevo anche altri tre libri in inglese, non potevo leggere quelli? uff, sono pazzo.

domenica, settembre 21, 2008

Second contest is coming to town...

Per assumere un atteggiamento più attivo nei confronti dell'attesa ho deciso che magari (se non ci mette tre settimane per arrivarmi) potrei ordinarmi un bell'ipod sul quale mettere un po' di musica, perché, in fondo, mi manca. Ora veniamo al contest: dopo lo straordinerio successo di quello precedente (zero entries, mi son tenuto il premio che posso usare per questo! furbo, no?): il 25% del fascino dell'iPod sta nel farmi incidere qualcosa aggratis dietro. Solo che idee da mettere in quei quaranta e rotti caratteri = zero. solo cose un po' nerd un po' asettiche come MAioPoD v.2.0 (in fondo il nuovo arrivato sarà pur sempre il mio secondo iPod).
Tra quello che ho trovato online, per farvi un po' intendere i miei gusti (o la mia carenza di) mi son piaciute
- frasi attinenti al colore: orange is the happiest color. oppure... follow the orange rabbit
- frasi umoristiche: steal at your own risk [bomb inside]
- citazioni raffinate: The answer to Life, the Universe, and Everything is... 42 (anche se questa non ci va) Don't Panic.
Non saprei, in fondo, demente o meno la frase dovrebbe riflettere me stesso, ma qualche consiglio non si butta mai, al giorno d'oggi poi. Saprò essere generoso col vincitore del concorso, ma tanto non parteciperà nessuno... o forse no? In bocca al lupo, miei prodi!

giovedì, settembre 18, 2008

Ditan - 地坛

Stamane anche cominciamo bene su rai3, che seguo da brava massaia, parla della Cina. Si dice che nei ristoranti cinesi si tradisca un po' la causa della cucina cinese, e nelle parole dei cinesi di seconda generazione (un fenomeno comunque interessantissimo e mi dispiace a morte non aver avuto occasione di conoscerne) e di Renata Pisu similmente non ritrovo la 'mia' Cina. Ma forse soprattutto trovo difficile l'idea di intavolare un discorso e cercare di "lambire" l'immagine della Cina forse perché ciò a cui associo la Cina è proprio lo smarrimento. Ho cambiato, temporaneamente, lo sfondo di desktop, dalla grande muraglia sono passato ad una foto di ditan.

Ditan, il tempio della terra è oggi (ieri non so) uno dei parchi di Beijing, bello e tranquillo ma non assolutamente strafamoso come Tiantan, il tempio del cielo che un po' rappresenta Pechino stessa. (eheh, finita la trasmissione la Pisu si gira e saluta i cinesini con Zaijian :) ) Dicevamo di ditan, ci sono stato negli ultimi giorni di permanenza pechinese, dopo la discussione della tesi, consegna dei diplomi, discorsi, occhi lucidi, era un giorno in cui io e Sara ci siamo dati appuntamento per andare dalla prof. sbagliando clamorosamente orario, mi pare alle nove e mezza a wangfujing, invece la prof. era andata a farsi visitare e l'incontro sarebbe stato all'una e mezza. Ce ne siamo fatti una ragione e ognuno ha cercato di sopperire alle quattro ore di buco come meglio poteva.
Dopo aver visitato Tiantan con una gita organizzata dal collegio (quanto ho adorato quelle gite, era quasi una barzelletta: ci accompagnavano in un posto e poi, hop, ci lasciavano lì, ritorno per conto nostro), essermi imbattuto in ritan (il tempio del sole) in un giorno in cui mi ero perso per yabaolu, la strada cinese ad infiltrazione russa (ahah, che inquietudine ritrovarsi insegne coi caratteri in cirillico a pechino), così ho deciso che avrei visitato Ditan, un po' di salti in metro da wangfujing, questo parco tralaltro si trova vicino allo Yonghegong, per gli amici il tempio dei lama, in cui ero stato con Mattia, Filippo ed Elisabetta qualche giorno prima.
Ditan, parzialmente invaso da un piccolo parco acquatico per bimbi cinesi, non ha il fascino e la maestosità delle grandi attrazioni cinesi e, a parte un aerea espositiva che comprende il tempio (che è una piattaforma rialzata e null'altro) e una stanza museo che si visita con un biglietto aggiuntivo di 5 yuan, si presenta come un parco alberato, con distese in terra battuta dove i cinesi s'incontrano, chiacchierano e giocano. Mi sono seduto sul bordo della strada, poi su una panchina a guardare mamma e figlio che giocavano a badminton (di una diffusione piuttosto larga in cina, anche se credo che su rai2 non sia passata manco per sbaglio questa specialità olimpica) e soprattutto un gruppo di persone un po' in là con gli anni, diciamo mezza età su, che rappresentavano l'opera di pechino, senza costumi ma con un set essenziale di attrezzi di scena, gli ometti seduti con le percussioni necessarie e tre donne con tutto quello che occorreva per le scene di danze e acrobazie che stanno tra un canto e l'altro: spade, lance, bastoni eccetera.
E sempre sulla panchina, ho fotografato i miei piedi all'aria, in una giornata calda ma sopportabile, col sole che filtra tra gli alberi e chiazza leggermente la strada sottostante. Arriviamo così a giorni nostri: ieri tornato da una serata fuori, con la temperatura che s'è abbassata, le otto di sera dove tutto è buio pesto e sembra già un orario probitivo per uscire, riaccendendo il pc mi ritrovo sullo sfondo il ricordo del caldo e del pallido sole di Beijing, di quell'atmosfera rilassante (e un po' masochisticamente nostalgica), dopo la frenesia dello studio e degli esami potevo stendermi nell'ovattato silenzio di quella città da diciassette milioni di abitanti.

martedì, settembre 16, 2008

C'è più spazzatura a Napoli o in tv?

La cattiva televisione mi istiga a parlare di tv, non lo farò, resisterò anche se a guardare la Vezzali a porta a porta a un italiano normale viene voglia di strapparglielo l'assegno che s'è intascata alle olimpiadi, anche perché credo che quell'assegno (e la sua trasferta e tutto il resto) l'abbiano pagato gli italiani stessi. Poi, se mi sbaglio, meglio per l'italiano medio. Ed è solo la punta dell'iceberg ma, ovviamente, se ne parlassi verrei meno a quanto ho detto all'inizio, quindi stop.
Per il resto nessuna novità. Sono iniziate le scuole, tutti lavorano, quelli che non lavorano vanno a scuola e io al massimo compro il pane e/o cucino. Mia mamma stirando i panni oggi mi guarda e fa: eh, ti saresti dovuto laureare in ingegneria.

giovedì, settembre 11, 2008

Goodbye Nagi-san

Ho letto della scomparsa di Nagi Noda, giovane e visionaria artista giapponese. Mi ricordo di aver visto più di un video a cui lei ha lavorato su Youtube (basta inserire il suo nome nella ricerca, su su :P) tra cui quello che ha ispirato il mio disegno di oggi e il video musicale di Sentimental Journey di Yuki, attraverso il quale ho poi scoperto anche quest'altra artista giapponese.

Ieri incredibilmente ho saggiato un favoloso drink nientepopodimento a Seiano beach, non l'avrei mai detto, ma il baretto era carino, il daiquiri banana supercoreografico (dove avrò messo il cavetto del cellulare? senza non posso mettere la foto sul pc), anche la giornata ci ha messo del suo. Per non parlare del fatto che sono uscito la sera, i miei genitori saranno ancora sotto shock. E intanto quatti quatti siamo arrivati all'11 settembre, e io che quando guardavo i voli su internet giorni fa ipotizzando un giorno a caso scrivevo SETTE settembre, mi ritrovo qui a far poco (tipo vedere Juno per la terza volta frignando come pupetto) e aspettare questa maledetta lettera, mi sa che ho staccato un po' i miei piedi da terra e adesso mi rode un po'. uffi, intanto sono le undici e i miei non ci sono: sono andati a recuperare mio fratello che è rimasto chiuso nel palazzo dove lavora e aspetta i pompieri, forza Paolo! questi si che sono aneddoti da registrare negli annali di famiglia, mica come la mia vita piatta e scialba. go go!
Ah, ho un mio profilo facebook, mi trovate, ovviamente, come Maio Parlato. Addatemi pure numerosi amici vicini e lontani! vi aspetto! :)
Piccolo angolo degli oggetti del desiderio: e ne parliamo pure? ovviamente i nuovi iPod che sono stati presentati in questi giorni, mi bastebbe il nano nuovo, di quarta generazione, arancione e con qualche frase superfiga (in cinese non si può?) incisa sul retro. Certo, 149 euri adesso chi me li passa... sigh

sabato, settembre 06, 2008

Sia recisa la lingua infame al mentitore...

che ha negato l'esistenza di un amore autentico. Nei soliti giorni monocorda, e dopo un vodka-redbull, a breve una sommaria descrizione di quello che è accaduto. Spero di non tralasciare niente, anche se poi in fondo sono fesserie, ma un mucchietto di fessere messe insieme certe volte fanno più bella figura di un golpe.
- finisce Venezia, vince un film di Aronofsky, ripenso a The Fountain, dello stesso regista e vorrei aver avuto occasione di vederlo, anche se non mi pento affatto di aver visto il fighissimo Breakfast on Pluto. Venezia mi fa anche ripensare al direttore, Marco Mueller, e della fortuna che ho avuto ad avere una lezione con lui e l'occasione di cenarci assieme, parlare di quanto fosse bello Courthouse on the horseback e inoltre, sempre a Venezia, di solito portano un sacco di anime figaccioni, quest'anno c'era il nuovo del dio Miyazaki, Ponyo, e quello di Mamoru Oshii, Sky Crawlers, ah potessi essere lì a vederli. Un giorno mi piacerebbe poter lavorare in qualche modo nel mondo del cinema, poter imbucarmi alle mostre, cose così.

- oggi in casa abbiamo fatto una colletta per comprare il wii, continua a costare una fortuna, quindi io che speravo di poter mettere la mani su super mario galaxy per ora sono rimasto a bocca asciutta, dovrebbe arrivare in serata, chissà (mio fratello alessandro che ha messo la quota di maggioranza dei soldi, pare che non dorme, sarà agitato?).
- stasera su Iris mi sono visto il film (del '72) sul Maestro e Margherita, sono stato in ordine incuriosito, un po' distratto, annoiato, poi un po' più attento e infine delusissimo nel devastante finale, calato come una mannaia mentre io mi aspettavo che tutto partisse in quarta con un bel sabba.
- ieri sono stato al mare, non c'era molta gente, e a volte non c'era manco il sole. comunque, io, agorafobico col pedigree, mentre gli altri sguazzavano, giocavano a palla e a carte, dopo un bagnetto in cui mi sono immerso nell'acqua gelida per pochi istanti, sono ritornato sulla spiaggia sassosa e mi sono messo a leggere American psycho.
- ah, oggi si sono anche aperte le paraolimpiadi, con un'apertura che non ha avuto nulla da invidiare a quella delle olimpiadi da poco concluse, ma certo, mentre sulla cerimonia precedente il boato mediatico adesso su repubblica neanche un righino. oggi non sono 'ustionato' dalla lontananza dalla Cina come un mese fa, però insomma, è sempre emozionante. mia madre poi quando arriva la ballerina sopravvisuta al terremoto del sichuan inizia a fare: ma non è dove hai detto che andavi tu? e io: no, sichuan è una regione. la città del college si chiama shijiazhuang, la regione si chiama hebei. e mia madre: vabbè, ma suona uguale...

mercoledì, settembre 03, 2008

Che pacco!

Uff, sapete non è che faccio granchè in questi giorni. Mi alzo e penso a cosa mangiare per pranzo, poi insomma, o leggo (ho finito la guida galattica, adesso sono passato ad American Psycho), o gioco a phoenix wright sul ds, oppure dormo. E di solito la lettura mi facilita il sonnellino. E se proprio non voglio dormire, mi stendo sul letto, col computer a fianco e ascolto una lezione di Chinesepod, adesso mi dico, beh, scarichiamone qualcuna e nasce l'amara scoperta: via, brasate tutte le lezioni aggratis (prima c'erano due formati di file, a seconda dei kps, cioè della qualità del file audio erano gratuite o incluse nei pacchetti a pagamento), rimangono solo quelle per persone all'asciutto di tutto, niente più lezioni intermediate o upper-intermediate da ascoltare aggratis. Sono in un lago di dolore.

Che poi, diciamocelo, il pacchetto più innoquo mi verebbe a costare si e no cinquanta euro all'anno, per tutte quelle belle lezioncine di cinese, poco più di quanto costa quel maledetto certificato di laurea emesso dall'università (cioè, io non ho la laurea dopo due anni per mancanza VOSTRA e se vi chiedo un certificato per trovare uno straccio di lavoro devo anche pagare due marche da 14,62 euro??!), quello è un furto, non certo i 69 dollari che chiedono a Chinesepod, uff, prima o poi glieli dò però insomma... se erano ancora gratis erano meglio, no?
Nuovi oggetti del desiderio: questo. Spero che abbiate cliccato sul link, si tratta di un fenomenale libro sulla salute intestinale, un libro sulla cacca, in pratica; un libro illustrato, per di più,. L'autore è giapponese e quella da me segnalata è la sua edizione cinese, (ovviamente gli intelligenti cinesini che navigano sulla rete non potevano esimersi da commenti tipo: solo ad un giapponese sarebbe saltato in mente, comunque un po' di commenti sembravano anche entusiastici...) come tutti i libri cinesi, costa una vera fesseria. Appena torno in Cina (chissà comequandodove) lo prendo, parola di boyscout.
Ieri era il compleanno del mio babbo, tanti auguri babbo! Meriteresti parole ben più calibrate e speciali per esprimerti tutto ciò che vale la pena di dirti e non è detto che un giorno non le troverò!

venerdì, agosto 29, 2008

Letargia

Il sonno della ragione genera... sonno.

La vita scorre in moviola, il telegiornale ha sempre un cumulo di cattive notizie da dare, i biglietti dell'aereo sono più cari di quanto avessi previsto e il romanzo della mia vita ancora stenta a venire fuori.
In questa settimana d'agosto un paio di giorni sono stati tutto sommato interessanti, niente da far venire la pelle d'oca, ma almeno un minimo di intrattenimento...

Sono passato da Anna, che lavora da otto anni a Shanghai, affamato di informazioni, chiacchiere e consigli e non posso certo dire di essermene andato insoddisfatto: oltre ad essersi dimostrata gentilissima e disponibilissima sono tornato a casa anche carico di quei tanti aneddoti di fattura tipicamente cinese che tanto mi mancavano.
Poi un po' delle scartoffie di cui parlavo nel post precedente: avevo già radunato raccomandazione (che fortuna) e altro, poi ieri ho provato a fare il certificato, spero che mi facciano una statua d'oro: ho scaricato uno scrausissimo waiguoren tige jiancha jilu (registrazione dell'analisi fisica per lo straniero) preso non so bene dove e l'ho fatto compilare all'asl (il modello era in inglese e cinese, non ci avrei scommesso un soldo che me l'avrebbero compilato), non prima essere passato per raggi, elettrocardiogramma e analisi del sangue. mancava solo che mi facessero correre nella ruota del criceto... ah, cosa non tocca fare ad uno per trovarsi un lavoro...
Adesso chissà come andrà a finire, io un paio di contratti li ho firmati e rispediti a chi di dovere, arriverà questa beata lettera d'invito?
In disegno: un primo, schifido, tentativo di striscia fumettistica da me tentato, quelli disegnati siamo io e il mio pupazzo di taiko no tatsujin che guardiamo assieme Kala shi tiao gou, un filmetto carino e che ovviamente ha sprigionato in me nostalgia e voglia di ravanare ancora nei mille volti di Pechino.

giovedì, agosto 21, 2008

Hail Britanniaaaaaaaa!!

Ah, dovrei mettere nello studio la stessa volontà ed energia che metto nel guardare Code Geass R2. 18 puntate in tre giorni scarsi, roba da arancia meccanica, poi finisce che lo guardo fino alle quattro, e il giorno dopo dovrei mandare qualche curriculum, e invece mi alzo tardi. ahi, dura la vita degli animefan. Però insomma, quest'anime è un concentrato di colpi di scena! Peccato che adesso rimarrò fregato e i prossimi episodi li vedrò solo col binocolo. uffi. Come al solito, TECNICAMENTE, adesso che non ho più puntate da vedere potrei sfruttare il tempo che ho per fare qualcosa di produttivo, ma succederà davvero? chi legge questo blog sa già la risposta come chi lo scrive.

Uff, che pizza. Questi giorni li spendo all'insegna dello scambio di email, ho risposto di nuovo ad un annuncio di lavoro, contatti, curriculum e bla bla. stavolta anche msn, il mondo del lavoro si evolve in continuazione, accidenti. Speriamo che non finisce tutto a taralluccio e vino come al solito... anche se, e se non finisse a taralluccio e vino? toccherà iniziare a prendere le cose sul serio, e LAVORARE... ommamma. Adesso comunque mi sembra di aver un gran da fare con alcuni documenti che mi richiedono, tipo: copia del diploma di laurea (ehm, non ce l'ho), lettera di presentazione/raccomandazione (uhm, e dove la prendo?), certificato di salute (uhm, dove lo faccio? che dovrebbe esserci scritto? esiste una forma standard?) e mi sembra di stare allungando i tempi a dismisura, ma io come reperire queste cose in un paio di giorni, beh, non lo so. Vi terrò aggiornati comunque... gli in bocca al lupo comincio a farmeli da solo, che qui mica possiamo fare sempre i bamboccioni!

venerdì, agosto 15, 2008

Reading, Leaving

Se mi alzo domani parto. Speriamo che la sveglia faccia il suo lavoro. Niente di epocale non vado dall'altra parte del mondo, vado a trovare Mario a Roma. Due ore di treno, una fesseria, tempo addietro, tanti romics fa (si chiamava expocartoon all'epoca, credo) lo stesso viaggio in treno mi sembrava la traversata delle indie, adesso insomma, penso che in fondo è la metà dello stress rispetto ad arrivare a Perugia, cavoli sono anche passati dieci anni, accidenti. E un po' mi mette pensiero, in fondo sto così bene a casa a non fare niente, però ormai avere il tempo col lavoro e le ferie di Mario e con, uhm, beh, la mia vita, mi sembra davvero un lavoraccio. Quindi mi pare una di quelle occasioni rare, come guardare un eclissi, e se non ci vado me ne pentirò, quindi ci vado, e riabbraccio Mario. tsk.

Seconda parte del post. Quella che chi legge questo blog di solito scarta, beh, se non vi piacciono i fumetti, andate oltre. Insomma, qui tra duemila abitanti è difficile trovarsi un hobby, io quest'estate non avendo niente di intelligente da fare, per ora leggo un po' di fumetti online (non avendo manco un buco di fumetteria a portata di vesparella), ecco quali.
Bakuman: il nuovo fumetto di Obata-Ohba, il duo dietro death note. Il loro ritorno nasce sotto la stella di una storia un po' assurda (un quattordicenne abile disegnatore "forzato" da un amico a diventare mangaka) e un tratto che, insomma, io se guardo questo e Hikaru no Go mi metto a piangere. Vabbè, siamo agli inizi, vedremo più in là. trama in poche parole: già detta prima.
Poi un altro one shot disegnato da Ohba e sceneggiato da nonsochi, Urooboe uroboros. Carino, leggibile, il design dei protagonisti è gradevole. non sono sicuro di aver capito di cosa mai parlasse. boh. trama in poche parole: botte a scuola
Karakuri circus, un'opera dall'autore di Ushio e Tora (che non ho letto, ma citare roba che esisteva prima di Sailor Moon fa figo, imho). Lo leggevo tempo fa, poi la pubblicazione italiana è stata interrotta, e adesso posso rileggerne un altro po', potenza di internet. trama in poche parole: arti marziali e marionette al circo.
Hoshi wa utau. Le stelle che cantano. opera successiva al bellissimo, stupendo, nonplusultra fruits basket (insomma, l'ho comprato anche in cinese, si vede che lo amo, no?). Sono agli inizi e devo dire che nella storia mi ci raccapezzo poco. Forse poche pagine per familiarizzare con i personaggi, e con dove esattamente vuole andare a parare la storia. Non so, sarà che deve confrontarsi con un lavoro precedente che ho amato troppissimo, un po' come con death note. Trama in poche parole: una ragazza s'invaghisce di uno che prima sembra simpatico, poi stronzo, in realtà com'è davvero non si sa ancora.
Y+M. nome un po' infelice per un'opera che pare essere seguito di basilisk... ma non erano morti tutti? boh, chissà. però può essere che ci scappano un sacco di mazzate anche questa volta. e due mazzate ignoranti si leggono sempre volentieri. trama in poche parole: un tipo cazzuto deve addestrare 7 donne scarsissime per picchiare a sangue 7 ninja cattivissimi
In lista per prossime letture Hello baby, one shot di Ohba+"rookies"Morita. poi chissà quali altre avventure ci attendono... ma non potrei studiare? eh eh, spero di non avervi annoiati. ciao a tutti.

martedì, agosto 12, 2008

Napoli (far away from beijing)

Ritorniamo alla mia vita, anche se la tentazione di continuare la chiacchierata nei commenti del post precedente è tanta. Non smetterei mai, poi tutti quei commenti, per di più anche in cinese, sono contento come una pasqua. Oggi è partita mia sorella per la sua (in fondo breve) avventura inglese. Immagino il suo stomaco stringersi un po' all'idea di partire, chissà perché mai? in effetti a differenza mia non ha conosciuto i suoi compagni di viaggio se non oggi stesso e mentre io ho trovato l'estate e la convenienza quasi ridicola lei va incontro ad un paese piuttosto freddino e temo, neanche tanto economico per noi che paghiamo i nostri conti in euro. Vale la pena di notare che all'aeroporto in tre o quattro vigilanti ci hanno fatto notare che il posto in cui i ragazzi potevano radunarsi per la partenza era FUORI, fuori dall'aeroporto: un tour operator che vuole radunare ragazzini sedicenni per il check-in del loro volo in inghilterra dentro l'aeroporto non può farlo. nella mia ignoranza, mi sembra oltraggioso, e ridicolo. Non batte l'idea più strampalata del millennio: quella di far pagare un euro i carelli per le valigie (io arrivo da timbuctu e ti aspetti che abbia un euro nella mia tasca per pagare il carrello??), però insomma, mi dà l'idea dei servizi che questo aeroporto internazionale sa offrire.

Giovanna è partita ed adesso noi ci ritroviamo in quattro. Sembra così silenziosa la casa in quattro persone. Non ci sono neanche Paolo e Chiara (piacere di averti conosciuto!) ad animare l'atmosfera, uno scenario davvero curioso. Dall'aeroporto siamo andati a guardare il vulcano buono, che non è un sublime scenario naturale ma un centro commerciale nel napoletano, vulcaniforme, appunto. Tornato a casa un po' divertito e un po' provato dal giro riprendo i miei ritmi, ancora non ho ripreso a studiare, leggo un po' di fumetti su internet, e ogni giorno qualche ricordo della permanenza pechinese torna a trovarmi e l'idea del senso che ha tutto questo e di quello che ne sarà di me sembra un'immagine che giorno per giorno diventa più nitida.
Angolo olimpico: uff, ne guardo troppo poco! io non sono uno sportivo è vero, però insomma, guardare gli esercizi di esercizi di ginnastica è sempre stupefacente, impossbile non far cadere la mascella di fronte a tali esibizioni di maestria e grazia (pensare invece che tra le altre competizioni ci sono calcio tennis basket e beach volley invece mi lascia perplesso, boh, sarà questione di gusti).

venerdì, agosto 08, 2008

08.08.08

E fu apertura delle olimpiadi. e mi fregarono. maledetti quelli della rai che parlavano di inizio alle 14:08 (le 20:08 cinesi), il conto alla rovescia era iniziato ben prima mannaggia a loro, mannaggia a loro. Comunque l'apertura è stata emozionante come prevedevo, ogni tanto spuntava il lacrimone. sigh. che magnificenza, lungo è stato lungo, ma i picchi di spettacolarità sono stati impressionanti.
assolutamente poteva andare meglio per: i capelli di Lang Lang, l'acconciatura super sayan / spot cynar poteva risparmiarsela, che diamine sig.Lang, ti stavano guardando un miliardo di persone, decoro. Altra nota dolente, gli illustri inviati che hanno commentato l'evento, i soliti nomi a random (ma non siete inviati in Cina, e vi c'hanno mandato per sbagliare i nomi? compreso Zhang Yimou e Zheng He, meno male che Hu Jintao non è tanto complicato sennò ci scappava l'incidente diplomatico), ma soprattutto i discorsi su diritti umani, pene capitali et cetera, che, fondati o meno ho trovato inopportuni.

Ora, è un dato di fatto che quando viene qualcuno a casa mia mamma mi rifà il letto, sistema la camera, mette tutto in ordine (a volte anche 5 minuti dopo che ho preso qualcosa, mi rigiro e la ritrovo al posto suo o in una sua nuova ordinata sistemazione). E così: qualsiasi ospite deve trovare tutto in ordine, non sia mai che c'è un granello di polvere fuori posto. Vi pare mai possibile che una qualsiasi mamma quando viene un ospite lo accoglie e fa: ecco, questa è camera di mio figlio, è zozzo e svogliato, non si rifà il letto e lo usa come una scrivania/deposito attrezzi, non fa niente tutto il giorno, l'avrò educato male? invece no, magari queste cose se le tiene per sè e dice al massimo che studio il cinese, che sono tornato dopo essermi preso una laurea e un diploma di master.
adesso queste grandi meni arrivano e dicono: ciumbia che occasione sprecata, hanno saltato la rivoluzione culturale nella ricostruzione storica, avrebbero potuto parlarne. ma che si sono tirati, l'alka seltzer? e certo, era il momento per un'ammenda pubblica, avrebbero dovuto inaugurare i giochi, e già che c'erano una bella genuflessione. detta da noi che siamo la patria della mistificazione, è davvero toccante. Emilio Fede d'ora in poi smetterà di manipolare i suoi squallidi telegiornali in nome dell'amore per la verità. Io di queste cose non ne so davvero niente, ma questa gente che ne parla con spocchia come se c'avesse fatto le ricerche accademiche non m'ispirano un soldo di fiducia.
P.S. il pacco dalla Cina (beh, il primo) mi è arrivato proprio io questo giorno tanto atteso, grazie grande demone celeste.
pps. la foto è stata fatta da Elisa a Pechino davanti piazza Tian'anmen.

After Beijing Random Toughts. Part 2

Su rai2 c'era Arbore che girava la Cina per fare varie esibizioni e raccontava la sua esperienza, domani, cioè oggi, ci sarà la cerimonia d'apertura dei giochi olimpici, che fico (c'è piazza tian'anmen ogni cinque minuti in televisione, non è emozionante?). Il mio futuro sembra legato in maniera proporzionale alla velocità con cui riesco/riuscirò a distribuire curriculum vitae in giro. Nella semitotale atarassia che regna qui, nell'amena provincia di Napoli (casina mia, per piccina che tu sia bla bla), forse è meglio stilare una lista dei momenti più deliziosamente ameni della permanenza cinese. che dite? non è il caso? aria fritta in agguato? potrebbe essere un buon esercizio (gratis) per la mia mente. e altrimenti qui si parla di cosa mangio a pranzo, o a cena, o di quanti livelli ho fatto a patapon durante la giornata.
vabbè, comunque adesso è tardi, mi era pure venuto in mente qualcosa ma l'ho rimosso e se dovessi farmelo venire in mente ho l'impressione che farei l'alba, quindi alla prossima, magari coi commeni sulla cerimonia d'apertura, ciauz.

P.S. (casomai qualcuno leggesse ancora il mio blog) com'è il nuovo header? carino? si stava meglio prima? si stava meglio senza?

venerdì, agosto 01, 2008

Pensieri sparsi del dopo Pechino. Uno.

E' un fatto: adesso che sono tornato posso guardare i telegiornali (che, come molte altre cose, non mi erano mancati neanche un po') e, spesso, dopo la giornaliera dose di cronaca e aria fritta dedicano anche qualche servizio alle olimpiadi che verranno. E rivedo piazza Tian'anmen, e guardando i bus attraversarla ne punto uno a caso e dico: eccolo, è il 52, quello che prendevo io, sta passando proprio adesso. Raidue darà la diretta dell'apertura alle 14:08, tra una settimana esatta, non vedo l'ora. Il caso del giorno, o meglio di ieri, è proprio il filmatino 'leaked' delle prove della cerimonia di apertura trasmesso prima da una tv coreana e che poi, ovviamente, ha fatto il giro del mondo. Io appena ho appreso la notizia non mi sono neanche chiesto se hanno intenzione di allagare lo stadio 'nest' con acqua o magma vulcanico per la cerimonia diretta da Zhang Yimou, ma ho pensato: chissà quanto saranno incazzati come le bisce, adesso, i Cinesi. Io lo sarei, ma in effetti poco conta, a presindere dal fatto che collo schifo di connessione che ho qui anche se lo volessi manco potrei vederlo, come ho già detto tifo per la diretta rai e vedremo che ne sarà. Anche l'editoria c'ha dato dentro un sacco noto: sul venerdì di repubblica censiscono un po' di libri dedicati alla Cina, in generale, o a Pechino e alle olimpiadi, in particolare, certamente ce n'è per tutti i gusti. Di certo non ho battuto nessun record mondiale arrivando un attimo all'altro capo del mondo e scrivendo in breve le mie impressioni; sembro essere, anzi, in buona compagnia.

I sintomi del rientro sono un po' curiosi: ho sempre fame, faccio colazione la mattina con tutto quello che capita, disdegnando i fin troppo classici latte e yogurt in favore di pizze, carne in scatola e quant'altro, sono sempre dell'idea che la cosa migliore da fare è schiacchiare un pisolino o almeno riposarsi un po' sul letto e alle otto di sera inizio a provare un grosso desiderio di andare a nanna. Per adesso non combino nulla, ho un po' di libri di cinese in cui buttarmi a capofitto, prima o poi toccherà a loro, mio padre mi chiede a telefono cosa ho mai intenzione di fare adesso, eh, a saperlo! a saperlo! ma non ne ho proprio idea. e così passo le giornate mangiando, dormendo ed evitando di sollevare questioni che meriterebbero analisi troppo delicate, come appunto cosa fare adesso. Paolo, mio fratello, mi ha passato una copia della 'guida galattica per autostoppisti', per lo meno ho qualcosa da leggere. Anche la mia sostanziale apatia farà parte del jetlag e dei fenomeni ad esso correlati? il pensiero di uscire di casa difficilmente mi sfiora.
Al prossimo appuntamento ai Pensieri Sparsi Del Dopo Pechino (PSDDP), se vi va. Buona giornata.

mercoledì, luglio 30, 2008

Iniziare

Beh, insomma, da dove iniziare... Sono tornato. Tornai, ieri, per l'esattezza.
Chissà dov'eravamo rimasti, qui tecnicamente sono le sette, a Pechino sarebbe stata l'una di notte, ma non è che mi senta poi particolarmente provato. Sono pur sempre un giovanotto, mi sa che il mio corpo regge bene questo genere di cose (se oltre alla fifa dell'aereo ci si mettesse anche il jetlag non sarebbe proprio più caso di mettere il piede fuori). Adesso a casa immagino che ci sarà il tempo per mettere i pensieri in ordine e raccontare un po' tutto quello che vale la pena di tirar fuori. Senza troppa fretta, mica come quando ieri stavo a impacchettare tutto a forza nelle valigie distruggendo un po' tutto, gettandomi dal piano di sopra sulla samsonite per riuscire a chiuderla, camminando con passi felpati ai varchi cercando di passare inosservati col timore che i bagagli eccedessero le dimensioni consentite. In realtà non so ancora l'effetto che fa, sono un po' confuso: da un lato mi ero messo l'anima in pace, senza quattrini e senza un modo decente per rimanere ancora a Pechino. Dall'altro un po' di speranza c'era e quando non c'era la speranza c'era il panico di doversi mettere di fronte ai bivi che mi si parano davanti, alle lacrime facili quando abbiamo dovuto salutare i nostri compagni d'avventura cinesi, all'incredibile sensazione di sentirsi rinascere ogni volta che, scambiate due chiacchiere con qualche sconosciuto, ti sembra di aver fatto una conversazione socialmente accettabile e quasi interessante in una lingua che in fondo non conosci per niente.
Questa non è la fine ma il primo giorno della nostra nuova vita, diceva il discorso di john/zhang xiaojun nella cerimonia di chiusura del master, cosa ci riserverà questa nuova vita, beh, adesso lo vedremo...
buona giornata.

martedì, luglio 01, 2008

Perdersi e ritrovarsi

Niente, blogger non gliela fa, tra le mie righe forse scrivo cose troppo reazionarie, non saprei, io intanto questo lo scrivo e lo salvo, poi magari lo pubblico pure, io speriamo che me la cavo.

Innanzitutto, com'è noto a tutti hanno annunciato Diablo III. Questo deve spiegare l'atmosfera gioisa e il sentimento di letizia di questi giorni. Otto anni sono passati da Diablo II, praticamente due generazioni di console, ma la suo eco ancora si sente, sono usciti giochi che si inserivano nella sua tradizione come Sacred, o come il più recente Titan Quest, ma Diablo rimane Diablo, ricordo il sordido piacere di vedere il primo episodio solo sul computer d'altri perché il mio all'epoca non riusciva a farlo girare, tanto che ne comprai una versione brutta e trista per psx. Quando uscì il secondo fui più fortunato, per il mio diciottesimo compleanno comprammo un computer nuovo, e fortunatamente questo episodio ci girava. Adesso a prescindere da quando uscirà o meno (è stato annunciato, mica sappiamo quando uscirà) io mi chiedo, quando verrà il giorno avrò un computer abbastanza decente da poterci giocare? Questi si che sono interrogativi, eh. In ogni caso il mondo dei videogiochi non può che gioire di questa notizia. Tremo dall'eccitazione. E adesso torniamo a parlare di Cina che sarebbe il posto in cui mi trovo in questo periodo.

In questi ultimi giorni non mi sentivo un granché: niente o pochissima voglia di uscire, all'idea di partire per andare a Xi'an avrei preferito una mazzata in fronte, trascorro la maggior parte del tempo in camera cullandomi tra insofferenza e noia, come diceva pressapoco una canzone. Non c'è bisogno di grande psicoanalisi per capire dove sta la magagna: i corsi di cinese sono finiti ho molto della tesi/tesina in arretrato, in pratica sto in Cina non so come, se e quando ci tornerò ma mi ritrovo a lavorare col fiato sul collo ad una maledetta tesina e quando non lavoro alla tesina (cioè sempre) gioco col DS a Final Fantasy Tactics Advance 2 o mangio a mensa, o dormo. E manca un mese al mio rientro, sarò per caso venuto in Cina a scrivere maledette tesine in inglese o giocare col ds?
Oggi avevo lezione d'italiano con i due bambini, mi alzo e cerco di preparare qualcosa che possa tornar loro facile, semplice e interessante, altro che la quadratura del cerchio. Poi provo a stamparlo ma la stampante decide pure di incepparsi, tra il combattere con i fogli di carta incastrati, la doccia e altro non ho neanche il tempo di andare a mensa e prendo direttamente l'autobus per andare a casa loro, neanche il tempo è dalla mia parte: pioviggina.
Alla fine quando arrivo ho ancora una mezz'ora di tempo: per non patire la fame, fare rumori di pancino o svenire mentre spiego i verbi, decido che è meglio cercare un fast food o qualcosa che possa assolverne le funzioni. Così mi incammino verso casa dei bimbi e la supero, in cerca di cibo. Mi affaccio per negozi mai visti, frutta e sigarette sembrano andare per la maggiore, non un maidanglao (Mc donald's) o un kendeji (Kentucky fried chicken) nei paraggi. Poi mi fermo ad un punto dove vendono qualche spuntino strano, chiedo cosa c'è dentro a quelle frittelle imbottite e la tipa mi dice 'xiezi', boh, io gli unici xiezi che conosco sono gli scorpioni. Le chiedo cosa sarebbero questi fantomatici xiezi e le con qualche gesti mi dice che sono una cosa tonda e altro che non capisco; non sono ancora convinto, il punto è che questi qui altro non avevano, solo quelle frittelle ripiene, la tizia mi guarda e mi dice che 'sono molto buone', suona un campanello e le dico bene allora dammene una. Una frittella per 7 mao, quanti saranno... 6 centesimi di euro? E cavoli era pure buona, e bollente. La mangio mentre ritorno verso casa dei bimbi, mordendola passo a passo. Poi mi fermo in un negozio che ha un mucchio di prodotti che non si vedono di solito nei paraggi, il caffè per esempio, lavazza e altri tipi e altra cosa import, la pasta divella, la de cecco, roba che di solito troverei solo al jialefu (carrefour), posti grossi insomma. Dev'essere perché in questa zona ci sono molti stranieri, così c'erano i cereali kellogg's, svariati tipi di latte in bricco, cose molto occidentali insomma, anche il frappuccino dello starbucks in bottiglia. Io ho bisogno solo di bere, una cocacola o una bottiglia di acqua assolveranno benissimo al compito, ma la curiosità si chiama Mario e quindi mi sono prima ben benino girato tutto il negozio puntando quelle due tre(cento) cose che avrei voluto comprare. Poi esco soddisfatto, è stata una bella avventura, ci sono ancora milioni di negozi dove devo chiedere cosa ci sarà mai dentro a quelle frittelle e altri dove stupirsi davanti all'assortimento di prodotti, è bello perdersi a Pechino, devo essere arrivato qui per questo, per perdermi e praticare il mio scarso cinese, per chiedere le informazioni e trovare posti nuovi. Per vivere esperienze nuove, stare al collegio è bello e comodo, ma non è davvero vivere, non è davvero emozionante. Mi piace viaggiare in autobus, fare le code guardando le persone e arrivare in posti sconosciuti da poter girare per vedere dietro l'angolo che c'è, guardare le vetrine e le persone che ti invitano a provare/compare qualcosa. Perdendomi per Pechino ho ritrovato me stesso.