domenica, dicembre 25, 2011

Natale con... < 3 < 3 < 3

Soundtrack: Adele - Someone like you (eh sì, seguo le mode al ralenty)
25 Dicembre - 17:08 Sul treno verso Nanchino
Tra amici, studenti e altra fauna varia me l'avranno chiesto in venti, o forse in trenta: che fai per Natale? E io non so mai cosa rispondere.
è che da noi sono le feste, un tuttuno, quel paio di settimane dove stai a casa, mangi pane col formaggio scaldato davanti al camino, giochi a monopoli e, boh, se fossi a casa aspetterei l'epifania per avere la calza con le caramelle, la cioccolata e il carbone di zucchero, sì, a 30 anni.
Però boh, io a Natale non ricordo di aver mai fatto granché. La festa che mi rode adesso passare in Cina è il capodanno. Che faccio per l'anno nuovo? Meh. Ma vabbè, parliamo di quello che abbiamo fatto, che è meglio.
Così nell'intervallo tra un esame di fine semestre e l'altro sono andato a Shanghai. Per un paio di giorni, massì. Non è che ho fatto niente di speciale, però beh, almeno sono stato in compagnia. Ah, grande misfatto: la zona dove abitava il mio amico era una specie di quartiere giapponese a Shanghai, l'altra sera avevo puntato un ristorante che si chiama Himari (come la protagonista di Mawaruone: Uuunmeeee~~ !) che faceva Okonomiyaki e Takoyaki! Oggi ci volevo andare a pranzo prima di prendere il treno per tornare a Nanchino. Ma era chiuso! Era chiuso! Tragedia, raccapriccio e dolore!
Poi boh, ho conosciuto un altro valido giovanotto con cui ho passato tutto il pomeriggio a fondermi il cervello tra taiko no tastujin 12, un cabinatone con auto con sobbalzi di outrun 2, tekken 6, un gioco Taito dove devi salvare un circo da un'orda di clown zombie assassini. In serata siamo stati nell'area tempio-dinonsoche, proprio dov'eravamo approdati 3 anni e mezzo fa con quelli del master, questo è il negozio dove abbiamo mangiato dianxin, mi ripetevo, qui è il negozio dove Sara ha comprato la lingua d'anatra. Ho rifatto qualche foto in onore e una leggera tristezza mi ha stretto un po' la gola.
Ma non vi ho ancora raccontato di tutte le porcherie che ho comprato su Taobao. Ho aperto l'e-banking e ora posso combattere la noia comprando scatole di cioccolata a 30 rmb con spedizione inclusa. E poi non vi ho detto che in questa settimana sono finite un po' di serie che seguivo con interesse: Mawaru Penguidrum e American Horror Picture Show. Beh, ma non ci possiamo sempre ricordare di dire tutto quello che vorremmo. Un abbraccio e buon Natale a voi e ai vostri cari.

Live long and prosper <3

martedì, dicembre 06, 2011

Ma che, ...davero?

Dicembre è iniziato, è arrivato il freddo. Ho smesso di fare le lezioni all'università di farmacologia. Finite anche quelle del quarto anno. In queste ultime settimane del primo semestre in pratica le ore di lezione settimanali sono passate da 28 a 12.
Stamattina mi alzo per le mie due orette di scrittura con il terzo anno, torno in camera alle 10, il resto della giornata è libero, che pacchia. Guardo Desperate Housewives su youku, poi mensa. Poi di nuovo in camera e guardo prima Mirai Nikki e poi American Horror Story. Eh, c'è poco da fare... anche se ho gli ultimi compiti di quelli del quarto anno da correggere la tentazione più forte è sempre quella di mettersi a cazzeggiare. Con l'aggiunta di quel gusto del proibito in quanto so che dovrei fare altro. Poi controllo la pagina del blog e ripenso... sarà tanto che non lo aggiorno. E scopro che l'ultimo post è del 5 luglio. LUGLIO. 5 mesi fa. Quando ero in procinto di lasciare Nanchino. Uggesù.

Non me l'aspettavo. Ho sforato davvero questa volta. Mi dispiace. Certo è che il mese e mezzo a casa si sintetizza in fretta: mangiare, dormire, bayonetta. Quindi in effetti l'ispirazione per i post è un po' mancata. E il periodo nanchinese invece? mah, c'ho provato ogni tanto a scrivere qualcosa: aggiornamenti su quello che facevo, quello che vedevo, finiti sempre cestinati oppure ho rinunciato per la rogna di dover accedere ad internet e bla bla, 'na sega 'sto firewall cinese. Adesso per qualche mesetto dovrei stare a posto che c'ho una VPN (mah, si fa per dire... il sito di questi è pure scomparso... saranno scappati via coi miei dati e tanti saluti?). Comunque beh, sono tornato è non c'è più Angelo, non è una bella cosa. La scuola ha pensato bene di fregarmi cancellando l'arrivo del nuovo insegnante di italiano, in pratica sono rimasto solo io. Mi sono sentito incazzato per un bel po', poi ci si sono messi anche gli studenti della classe di farmacologia: un mucchio di somaracci che pensavano che avrebbero imparato l'italiano per osmosi. o dormendo in aula, mah.
Mah, i riassuntini lasciamoli perdere che a leggerle così tante cose sembrano poco o nulla interessanti. Magari amplieremo quando scriverò il mio libro di memorie. Insomma, arriva l'inverno, ho appena ordinato una mutandona intima e un maglione su internet. Tutto preso com'ero dagli impegni, dalle lezioni e gli esami il tempo è passato in fretta. Qualche bel momento non è mancato, così come qualche amico nuovo si è affacciato nella mia vita. Ma ne riparleremo, presto, lo prometto. Intanto non dimenticatevi di me che me ne sto da solo a Nanchino, ok?

martedì, luglio 05, 2011

E non vi ho ancora parlato del tagliere

Ma io l'avevo scritto un post, giurin giurello. Solo che poi boh, qui tra la connessione che c'ha la scuola e lo pseudo software per aggirare il grande firewall (quelli che hanno un minimo di amor proprio comprano tutti una VPN e si tolgono il pensiero) ho schiacciato "pubblica" ma quelle mie parole staranno vagando disperse per la rete adesso, chissà dove sono finite, sul mio blog sicuramente no.
Sono in metro, di nuovo, che qui fa tanto fresco. Salgo sempre al capolinea che un vantaggio ce l'ha, ci metto mezza giornata per arrivare in centro ma almeno trovo il posto.

La giornata di oggi è stata dedicata a perdere tempo con le banche. Insomma, voi lo sapete no (o forse non lo sapete) che io non ho idea di cosa fare dopo il rientro, no? Cioè tecnicamente prolungherò il contratto con Nanguang... ma sapete quanta voglia ho? Zero. Insomma, rinviando a qui sotto la discussione su cosa fare il punto è tanto passato un mese e mezzo torno qui, c'ho st'urgenza di portarmi gli euri a casa? e per farci che? tanto poi me li riporto in Cina che almeno in Cina c'ho voglia di spendermeli per fare bisboccia.
Ma vabbè ve ne fregherà zero comunque la scuola a occhio e croce ancora mi pagherà giugno e luglio mentre sono via, quindi quando torno qui di fame certo non morirò

Beh, comunque perdere il tempo con le banche ha il suo fascino. Mi piace come tutto riesca a risultare sempre così complicato. Il fatto di essere andato alla banca commerciale ed aver cambiato i soldi al primo colpo costituisce una curiosa eccezione. Infatti poi sono andato alla SPD (Shanghai Pudong Development Bank) e lì al mio arrivo hanno scatenato l'inferno. Uno straniero non può comprare valuta estera. Cioè in pratica se io vado lì con dietro un cinese i soldi me li danno, se non c'ho il cinese dietro cicca cicca. Comunque cercando una soluzione mi hanno intrattenuto per si e no un'ora, io a fare due chiacchiere ci sono rimasto volentieri, tanto fuori pioveva. Comunque alla fine ovviamente NON ho risolto molto o almeno non subito: ho ritirato i soldi dalla SPD e li ho versati alla ICBC e domani cercherò di cambiarli di nuovo nella banca che non mi fa storie. Cioè, a me piace far storie, però alla fine i soldi me li dovete cambiare. Quindi in definitiva non ci siamo.

Beh, poi che altro, Angelo è in viaggio nello Xinjiang, io sono in metro (l'ho già detto?) per andare a fare la conoscenza di Paolo, mi chiedo se e come fermarmi qualche giorno a Shanghai prima di partire. I miei ipotetici viaggi a Hangzhou e Suzhou sono sfumati, e non parliamo di andare a Pechino o Shenzhen, ahi, (mi spiace, c'ho il sedere pesante, da solo non amo andare in giro, preferisco restare in camera a guardarmi 裸婚时代 (naked wedding) e godermi l'aria condizionata che se metto piede fuori faccio la muta (avete presente Rango?))

Insomma, e adesso resta il dilemma. Cosa fare? Tornare qui? Non vorrei. Ma con l'aria che tira averci un lavoro piuttosto che stare a spasso non è già qualcosa? Angelo dice che se resto almeno non dovrei farmi fregare di nuovo sui soldi. Però ricordo ancora quando ho fatto il colloquio per i signori delle valvole e mi disse che certo, le valvole non promettevano un lavoro entusiasmante ma avrei imparato qualcosa, fatto altro, magari facendo altre esperienze sarebbe stato più facile entrare nel giro, rivendermele, diciamo, queste cose fatte... e se insegno un altro anno che ho accumulato?

Mah, intanto c'ho tre buste del supermercato da infilare nelle valigie, un altro viaggio in banca da fare, altri souvenir da rimediare, torno a dedicarmi al passatempo che mi riesce meglio: rimandare. Qualcosa dovrò pur combinare nelle vacanze a casa. Penserò al mio futuro, cercherò il santo a cui votarmi.

lunedì, aprile 25, 2011

The MAio is all right

Mi dispiace aggiornare questo blog con così scarsa frequenza. C'è sempre qualche piccola cosa che vorrei condividere, solo che col tempo sbiadisce e non sento più l'urgenza di mettermi a scriverne. Per ora la mia tabella di marcia è: lunedì niente lezioni (resto a casa a preparare quelle del martedì), da martedì a giovedì a Nanguang, da venerdì a domenica a Yaoke. Non è che abbia molto tempo libero, meglio così, no? E poi il tempo sembra passare così in fretta... ho un cellulare nuovo (HTC wildfire bianco) e non ho ancora comprato la bici come mi ero ripromesso. Un altro paio di mesi e anche quest'anno finirà. E dopo?

martedì, febbraio 22, 2011

Fuzimiao

Per la seconda volta, l'anno scorso a Jinan non fa testo, stavo in centro e non mi sembrava di vivere fuori dalla grazia divina, la Festa della Lanterne (quindicesimo giorno del primo mese del nuovo anno) segna il graduale ritorno alla vita. Nei giorni prima dell'inizio dei corsi, domani qui a Yaoke e la settimana prossima a Nanguang, le persone a mensa sono aumentate esponenzialmente di giorno in giorno, una settimana fa ci saranno state 3 persone e ieri era quasi difficile trovare un posto a sedere, hanno aperto i negozietti nel campus, ogni viaggio di metropolitana porta vagonate di nuovi studenti che, trolley alla mano, si preparano ad affrontare il nuovo semestre. Ho restituito la chiave della camera 203, in quanto nella mia, la 230, pare che i pannelli solari abbiano iniziato di nuovo a fare il loro lavoro: benvenuta acqua calda. Anche il meteo promette buone cose, non fa più un freddo barbino e sembra che io debba ricorrere non più al condizionatore per mere questioni di sopravvivenza ma giusto per dare quel comfort in più appena svegli o la sera prima di andare a nanna. Si ricomincia.

Dopo la lezione pomeridiana sono andato a fare un giretto al tempio di Confucio, c'ero stato anche il primo giorno dell'anno nuovo ad ammirare la fiumana di gente... anche il giorno dopo la festa della lanterne non ha deluso le aspettative, gente ovunque. Tra quelli che addentavano uno spiedino di carne o un cubeto di tofu puzzolente fritto e quella scattava una foto ricordo si potevano ammirare le lanterne appese qui e lì.
Anche noi abbiamo deciso che il fattore viveri rivestiva una primaria importanza e ci siamo mangiati nell'ordine: palline al gusto pesce, detti "i takoyaki de'noantri" (spesa: yuan 5x2), doppio menù BigMac (巨无霸 per gli amici) al McDonald's (yuan 23x2), spiedini di carne (yuan 10 = 5 spiedini) e assortimento vario di spiedini "malatang" (麻辣烫, sempre per gli aficionados, yuan 20 in totale). Certo, non tutto di fila, ma passeggiando qui e li per Fuzimiao/夫子庙, il famoso tempio di cui sopra. E, dovendo improvvisarmi critico gastronomico, devo dire che sebbene nei giorni scorsi mi era venuto il pruritino fast food (a lezione mi ero messo a parlare del 280, ho controllato il sito italiano e mi piacerebbe provare il 1955... sono rimasto deluso. La scelta degli hamburger è limitata al BigMac e al Doppio cheeseburger, gli altri 4 o 5 sono coscia di pollo, coscia di pollo piccante, petto di pollo, coscia di pollo con salto carpiato ecc ecc. meh. Qualcosa però è cambiato nel frattempo: sarà che la vita a Nanchino è più cara, che una cena da Ciao Italia mi è costata 300erotti yuan, ma una volta consideravo il McDonald's una ladrata, 23 yuan per un menù... eresia! Una volta pensavo che c'avrei mangiato una settimana (l'equazione resta vera al 50% se mi nutro alla mensa) ma, alla fine sarà che queste street food di Nanchino sono un po' fighette, ma con 23 yuan non è che rimedi molto altro. sadness.
A prescindere dal biglietto d'ingresso per il tempio che costava 40 yuan, era una rapina e recava la scritta: festival delle lanterne 2008, a me Fuzimiao piace proprio un sacco: magari un po' troppo tirato a lucido per essere Cina, però ci sono i vicoletti, il tempio, il fiumiciattolo con le barchette illuminate, orde di negozi di chincaglieria e street food, tutto o quasi quello che dalla Cina ho sempre desiderato.
Ho rimediato anche una bancarella che vendeva le calamite per il frigo a forma di animaletti (foto), il sommo gadget che infesta la nostra casa a Napule, 3 per dieci yuan, non si contratta, se provi a dire "ti do dieci yuan ma magari me ne dai quattro" (cosa, che credo avvenga nel 99% dei casi, c'avranno provato tutti, che tanto a prescindere da quanto una cosa costi sarà comunque lo sport nazionale provare a portare a casa qualcosa in più per qualcosa in meno) manco ti rispondono, facendoti perdere un po' il gusto per la sceneggiata napoletana che di solito segue sempre l'avvio di questo magico rituale di corteggiamento cinese. Dopo aver perso minimo dieci minuti a elaborare le combinazioni delle tre che preferivo, fatti altri cinque minuti di strada ho (che deliziosa coincidenza!) trovato altre dieci bancarelle che le vendavano, comprese calamite per il frigo aragostiformi grosse quanto aragoste, ne piazzi una e non solo ti risolve il frigo, ma l'intera cucina! Magica diffusione delle bancarelle, quella che il censis chiamerebbe "macchia di leopardo", stessa cosa per le sigarette: giri dieci tabaccherie e nessuno c'ha le "lesser panda", poi quando finalmente le trovi ti rendi conto che in quel vicolo in cento metri ce l'hanno in tre. meh.

sabato, febbraio 12, 2011

Due carte al prezzo di una

Oggi, anche a causa della lettura di questi giorni, Italiani con la valigia di Beppe Severgnini (famoso in questi giorni per altro) gentilmente prestato da Angelo, ci diamo alla letteratura di viaggio spinta. Un resoconto di quello che è successo nelle ultime ore, più la premessa. Poi mi fate sapere se il genere affascina, che magari ripeto l'esperimento.

La premessa: tornato al lavoro dalle vacanze (vacanze è un eufemismo per dire "freddo, scomodità e noia mortale") ricevo una telefonata dalla mia collega, Mirella. Sua nonna è passata a miglior vita, tornerà a casa per il funerale, mi chiede se per 3 giorni posso sostituirla. Beh, certo, che saranno mai 6 ore di lezione al giorno? Saranno che non ho praticamente tempo per prepararle, io sono stanco, gli studenti sono stanchi e dopo 3 x 2 = 6 lezioni mi sento che dal punto di vista dei loro progressi è come se ne avessi fatta mezza. Oltretutto sono ricorso a piccoli escamotage per cercare di ottenere buona resa con poca spesa del tipo: Escamotage n°1: lezione dedicata alla visione del film "Notturno bus" (due ore di film + 1 ora a ripassare tutte le parolacce presenti: coglione, stronzate, zoccole, m'ha rotto le palle, chi cazzo siete, vaffanculo, troia, ti strappo le palle ecc ecc...), mi spiace un po' per le parolacce ma "La doppia ora" non mi ha fatto impazzire e di "La prima cosa bella" non sono riuscito a trovare i sottotitoli. Escamotage n°2: in armoniosa sintonia con l'unità 4 di progetto Italiano che parla di italiani al bar ho portato la moka in aula e ho mostrato come fare il caffè con l'aiuto di un fornellino elettrico. A seguire di caffè amaro, zuccherato, amaro con latte e con latte e zucchero. Ancora non mi spiego perchè una delle cose che ha attirato più l'attenzione è stata la posa del caffè, le ragazze si sono messe a tastarla e annusarla e mi dicevano: ha un odore strano!
Bene, siccome le cose non vanno mai come vuoi tu, a tre giorni full immersion che non avrei voluto fare, seguiranno tre giorni di vacanze (ricordate l'eufemismo?) che non vorrei fare. Oggi è il primo di questi e mettiamoci comodi col raccontino di questa giornata.

Fabio, il capoclasse mi aveva detto di chiamare la sig.ra della ditta che mi ha assunto qui, all'università di Farmacologia. La chiamo e lei mi chiede se ho ricevuto il suo messaggio. Ehm, nessun messaggio da queste parti, segnalo io. Va bene, comunque il punto è che devono versarmi i soldi delle lezioni e devo avere un conto sulla Banca Commerciale della Cina (ICBC, per gli amici), ho un conto sulla Shanghai Development (SPD, sempre per gli amici)... non va bene? No, nein, ciccia, solo quella o niente soldi. L'altra università (quella che ha richiesto la carta SPD) almeno aveva l'alternativa: se non hai il conto sulla banca che diciamo noi ti diamo i soldini cash. Ma in fondo oggi è vacanza. E non mi metto a riflettere su queste strane rivalità tra banche in Cina, posso prendere la metro e già che ci sono rifare la tessera del bus/metro... che ieri ho perso, un altro tasto dolente. Bando alle ciance, nel frattempo sono quasi le 11:30 devo fare in fretta con Google Maps a trovare la filiale più vicina di ICBC che se arrivo tardi a mensa sono dolori. L'altro giorno alle 11:50 mi sono visto servire il fondo tutto bello bruciaticcio del riso bianco perché ero "arrivato tardi". Prendo il libro di Severgnini da leggere in metro, la carta ICBC che avevo l'anno scorso a Jinan (sia mai che servisse) e parto verso la mensa.

A mensa indico della carne e chiedo cos'è. Il ragazzo davanti a me non risponde, un tizio dietro lui mi dice: è pollo, pollo con rapa. Va bene, dico. Il ragazzo inizia a mettermelo sul vassoio e il tizio dietro ci ripensa: è anatra, fa, quello lì è pollo, indicando un'altra pietanza di cui sono rimasti tre pezzetti. Tanto che differenza fa e, sempre perché non fa grande differenza, il ragazzo mette gli avanzi del pollo assieme all'anatra e me ne dà un altro po'. Mi siedo e mi metto a mangiare la mia carne, alghe e riso bianco con una minuscola testa di pollo che mi fissa dal vassoio e un gatto ciccione bianco e rosso che miagola sotto il tavolo. Poi si parte alla volta della fermata della metro Zhushanlu.

La banca è stata facile da trovare, il timore iniziale era: addurranno scuse strane per non aprirmi il conto dato che è sabato pomeriggio? Ma in realtà il problema principale sarebbe stato che il numero progressivo B1123 che ho preso mi avvisa che ci sono 29 persone davanti a me. Esco, penso di andare all'altra fermata della metro, Baijiahu, per fare la tessera e tornare. Ma poi lascio stare e faccio un giretto, dopo pochi metri trovo un supermercato e decido che il mio sport per ingannare l'attesa sarà girarmi il Suguo. Ne esco quasi venti minuti dopo con degli spaghetti istantanei al gusto manzo al curry e delle gelatine al caffè. Non sono riuscito a trovare: merendine che soddisfacessero le mie esigenze (queste brioscine e questi biscotti cinesi non mi convincono mai, finisco per comprare sempre gli stessi, uff), una busta di zuppa pronta e una bevanda qualsiasi che m'ispirasse. Al rientro delle 29 persone ce ne sono ancora una 20ina da attendere. Andare alla metro sarebbe stata una scelta saggia. Scatto una foto per noia e mi rimetto a leggere fino a quando arriva il mio turno.

Mi siedo e dico alla signorina Wang che voglio aprire un conto. Lei mi chiede se ho compilato il modulo. Ops, dopo tutta la fila che ho fatto non ho pensato ci fosse il modulo da compilare. Il solito fesso. Poco male, mi alzo, rimedio il modulo e mi risiedo. Io mi ci metterei anche d'impegno a compilare i moduli però il fatto che la gente sia in coda mi mette un'ansia da prestazione infinita, faccio gli occhi da bambi (sperando che anche lì apprezzino le ciglia lunghe che gli stranieri si ritrovano e le mie studentesse m'invidiano) e chiedo una mano. Arriva il sig. Ma, mi chiede di scrivere il nome... e di firmare. Guarda la mia firma scarabocchio e non si mostra assai convinto: non c'è scritto quello che hai scritto qui. Prendo il mio nome e lo scrivo in stampatello sopra la firma. Poi lui scrive per me il numero di passaporto, l'indirizzo di dove abito e il mio numero di cellulare. Gli detto male una cifra, gli dico 6 al posto di 9. Corregge ma non è convinto, prende un altro modulo e ricopia tutto. Stavolta firmo scrivendo il mio nome in stampatello, sia mai. La signorina Wang si mette ad inserire i miei dati, ma qualcosa non la convice. Mi chiede di passarle la carta ICBC che avevo prima. Striscia la mia carta un numero non precisato (ma tendente all'alto) di volte, la carta è "waidi" (di un'altra località) e quindi non riesce a vedere le informazioni. Poi inserendo il numero del conto, facendo qualche altra macumba ritrova i miei dati e qui l'amara sorpresa. Il mio nome sulla vecchia carta è: MARIOPARLATO qui avevo scritto PARLATO MARIO, c'era evidentemente del marcio in Danimarca. Nel frattempo una signora dietro alla signorina Wang e il tizio dello sportello a fianco incominciano a mostrarsi interessati al mio caso. Cosa fare? Cosa scrivere? E io nel frattempo pensavo a quanto fossero andate lisce le cose a Shijiazhuang dove alla Bank of China si sono accontentati di scrivere il mio nome cinese in barba ai formalismi del no no, dev'essere il nome scritto sul documento! La signorina Wang decide che il fatto che io abbia scritto PARLATO MARIO e non MARIOPARLATO non necessariamente dimostra che io stia cercando di farmi passare per qualcun altro e compila il resto del modulo, soldi sul conto 0 centesimi. La signora dietro dice che non va bene... deve scrivere 000 in modo che risultino 0 yuan, non 0 centesimi. La sig.na Wang richiama il sig. Ma e gli fa ricopiare i miei dati su un nuovo modulo. Povero sig. Ma. Dopo l'avventura la sig.na mi dà la nuova carta, le ricevute mi prega di ritirare tutto e mi ringrazia.
Io guardo la ricevuta e le dico: signorina, mi dispiace, ma avete scritto male il mio nome. E le faccio notare che nonostante avessero dissezionato il mio nome, fotocopiato e forografato il mio passaporto sulla carta appena ricevuta risultava che io mi chiamassi PARLATO MAPIO.
Nella mia innocenza chiedo di correggere la cosa, ma no, nuovo modulo, nuova carta. Questa volta col nome giusto. Alla fine me le consegna entrambe, la posso buttare la prima, mi rassicura. Due carte al prezzo di una... che comunque è zero.

lunedì, gennaio 24, 2011

Mi sono distratto un attimo

Come se mi fossi distatto un attimo. Ma sono sempre stato qui. Da quando sono tornato a Nanchino (Cina) gli aggiornamenti si sono fatti attendere (da chi?) quindi metto in pausa la visione di House, che tanto guardo solo per noia e ripenso a quello che è successo di interessante in questo lungo periodo. La prima cosa che mi viene in mente non ci sarebbe bisogno di scriverla: se leggi questo blog plausibilmente mi conosci, se mi conosci verosimilmente me ne sono già lamentato con te. A Nanchino fa freddo.
Q: Ma come Maio, è il terzo anno che sei in Cina ogni anno un po' più a sud e adesso ti lamenti del freddo?
A: Si, ma qui non esistono i riscaldamenti. Lo scrivo maiuscolo, va', NON ESISTONO I RISCALDAMENTI. Cioè, io la Cina la amo visceralmente (forse, alla luce dei fatti, mica così tanto) ma non esiste che qui fa meno sette, c'è la neve pure dentro le stazioni della metro e qui con un condizionatore GREE che d'estate sei c'hai la calura ti ci fai un po' di venticello per aiutarti a dormire questi pensano che io mi ci posso scaldare la stanza... e a che li alimentate questi condizionatori? a uranio? a pasticche concentrate di glutammato monosodico?
Quindi mi sono armato con disonore di pigiamino da lasciare sotto i pantaloni e borsa d'acqua calda elettrica e via, aspettiamo che passi.

Per il resto a parte il freddo tutto procede non dico allegramente, ma almeno con un certo decoro. Grazie al prof. Xiao ho rimediato il secondo lavoretto durante le vacanze: insegno all'università di farmaceutica (CPU, China Pharmaceutical University) a 14 baldi giovani che progettano di andare in Italia a continuare i loro studi. E' un programma messo in piedi appositamente durante le vacanze. Quindi dopo che l'università è stata abbandonata da quelle svariate migliaia di studenti che la occupavano siamo rimasti noi, in un'auletta del dormitorio per studenti stranieri (lo stesso dove ora, pro tempore, abito) a fare lezione tutti i santi giorni (che significa 7 volte la settimana), 3 ore con me e 3 ore con la mia collega. Ah, ci sono anche altri tre quattro tizi nell'unico sportello della mensa rimasto aperto. Per cui a pranzo posso mangiare riso bianco con rapa e spaghetti di soia... oppure riso bianco con spaghetti di soia e rapa. Deprimente.

Il capodanno cinese incombe. Avrò una settimana di vacanza, qui in Cina mezzo mondo (letteralmente) si sposa, tutti che tornano a casa per festeggiare con la famiglia. Io non ho grandi piani, anzi non ho piani, vediamo se rimedio un last minute a casa di qualcuno. Insomma, almeno un posto dove io possa vedere la tv. Che non la guardo mai, ma al Galà del capodanno cinese un'occhiatina gliela dò. Wang Fei (Faye Wong) dell'anno scorso ancora la ricordo con emozione e piacere. A Capodanno invece sono andato con Angelo + cricca a Xiamen più altre località amene del Fujian ed è stato un viaggio molto bello, cagarella dell'aereo e regole oscene di Wuyishan per cui se non hai una carta d'identità cinese non puoi usare gli internet point a parte.

A rivedere col rewind tutto quello che è successo non è che mi vengono in mente cose memorabili. Mi sento colpevole di non aver condiviso tante piccole cose. Il nuovo appartamento all'università e i pannelli solari congelati (=no acqua calda), dormire a casa di Angelo con la luce che proietta le stelle sul soffitto, i fiocchi di neve a Nanchino, il paio di ristoranti italiani in cui sono stato svenandomi. Magari qualcuna mi verrà in mente e la butterò da queste parti più avanti. Ovviamente l'unico episodio di cui ho un'immagine piuttosto ben'impressa e di quando mi sono alzato con un male mai provato in vita mia e ho passato la giornata nell'ospedale della scuola. Di quanto la cosa mi abbia fatto sentire vecchio tutto d'un colpo (la salute che mi gioca brutti scherzetti, devo stare più attento a quello che mangio sennò son dolori (letteralmente) ecc ecc...). Ma anche questo, o almeno la cronaca dell'evento, se mi conoscete lo sapete già da un pezzo.

Ah, improvvisamente mi ricordo un altro motivo per cui i miei aggiornamenti il fatto che col programmino cinese accedere a facebook e blogger sia ultimamente una mezza agonia (qui ormai funziona tutto zoppicando, persino youku a volte mi tradisce... e capirete che le certezze crollano). Vi lascio con una foto di ieri. Un caffè al Costa coffee, macarons e una cover di no surprises dei radiohead, domenica pomeriggio a Nanchino.