domenica, dicembre 30, 2012

7 post

Sette post in tutto il duemiladodici. Un nuovo record per il prode Mario. But alas, siamo arrivati alla fine dell'anno, facciamo due bilanci, due auguri, le solite cose.
Siamo arrivati al 30 dicembre, le mie lezioni sono finite all'inizio di questo mese, sono quindi praticamente quattro settimane che non faccio niente. Mi alzo, considero l'idea di procacciarmi il pranzo (che in sei casi su sette sarà riso fritto), mi metto davanti al computer e guardo film, telefilm e, recentemente, cartoni animati in grandi quantità. Recentemente dicevo, si sono aggiunti i cartoni che un po' tutte le serie americane sono in pausa e ho trovato un sito che passa anime in streaming così me li posso guardare tranquillamente, senza la sofferenza interiore di vederli su youku sottotitolati in cinese e non capirci niente.


Insomma, non è una cosa piena di allegria, perché se in fondo è vero come (pressapoco) dicono in Hot Boy Noi Lan "la vità è interessante perché non sai cosa accadrà domani" è pur vero che le probabilità che io mi alzi, facciamo un giro all'Auchan, compri riso fritto, guardi una decina di puntate sparse fra Another, Lupin III, Once upon a time e altra roba sono piuttosto alte. Ma certo, la probabilità che succeda qualcosa di figo e interessante non è né zero né un numero negativo, come direbbe la dr.ssa Katsuragi Ritsuko di Evangelion.  

In quest'anno sono successe comunque un mucchio di cose. Quindi alla fine anche se la quotidianità è una noia mortale probabilmente rifarei tutto paro paro. Ci sono state grandi novità nella mia vita: le lenti a contatto, le mutande colorate, il minoxidil per cercare di farsi ricrescere i capelli, lasciare il lavoro e vivere da disoccupato in una casa in affitto. Ieri ho anche finito di leggere "L'eleganza del riccio" in cinese, salvo imprevisti con l'anno nuovo inizierò a leggere "Vivere".
Mi sono innamorato di nuovo, in questo 2012. E quando in classe, tempo addietro, facemmo la lista delle dieci cose per cui vivere seguendo l'articolo di Saviano apparso su Repubblica, l'ultima delle cose in lista per me era "innamorarsi". Mi piace pensare a questo come all'amore della mia vita, lo sarà davvero? lo sono tutti? e vuol dire che a 31 anni posso chiudere baracca e burattini perché non ce ne saranno altri? Questo mi è piaciuto perché non sono mancate le scenette "ti amo""anch'io ti amo""ti amo, tu mi ami?""certo che ti amo" e bla bla. Questo e il fatto che in quel periodo mi sentivo matto come un cavallo. Che dire, non posso che augurare a me stesso che ricapiti di nuovo.

Intanto l'inverno è arrivato e per ora non sto morendo di freddo, ma meglio non prenderlo sottogamba che qui è lunga, eh. Beh, cari lettori, se mai passerete di qui, oggi o nel 2025, vuol dire che siete un pezzo importante della mia vita e vi auguro tante cose buone, a voi e famiglia, così in generale. A me stesso so andare in grande dettaglio: mi auguro un lavoro decente/dignitoso, anzi, mettiamo solo questo per ora, che ho sempre la sensazione che se arriva questo fantomatico lavoro al resto possiamo sempre pensarci dopo. Quindi il lavoro, e anche scrivere più spesso qui, certo. A voi auguro una vita interessante, dove il giorno dopo capiterà sempre qualcosa di insolitamente buono. Ci risentiamo nel 2013 e non esagerate con il cenone (se vi avanza un cotechino mandatemelo a Nanchino che qui non lo trovo).

sabato, settembre 22, 2012

Winter is coming

Uhm, devo farmi venire in mente qualche bel detto cinese anche per l'inizio di questo post, mi sembra un bel trend. Comunque bando alle ciance e ai preamboli per cui non ho scritto tutto questo tempo bla bla bla e veniamo a noi. Semmai dopo analizzeremo come siamo arrivati qui. Mi sono, maldestramente, trasferito in un nuovo appartamento, abito con due ragazzi che studiano italiano e i cui nomi italiani sono Orlando (!) e Vigo (!!), per ora la convivenza procede su buoni binari, certo i germi, i sintomi di quella sindrome che porta all'insopportabilità reciproca e al pianificare una strage ci sono sempre, però diciamo che sono in una fase latente, quindi tutto ok per ora. Ho fatto la mia ultima lezione il 9 settembre. Mi sono licenziato dalla scuola con decorrenza dal primo del mese. 

  In effetti, in perfetto stile Mario, non c'era un piano ben delineato di cosa avrei fatto. Credo praticamente un po' tutti mi rimproverino questa scelta presa a favore dell'altra opzione (leggasi: mi tengo il lavoro alla scuola fin quando non trovo di meglio, che così almeno mezzo stipendio ce l'ho). Io che nella vita di certezze non ne ho tantissime avevo quella che il lavoro a Nanguang era assolutamente inutile e inappagante, indi per cui, di fronte a questa mezza certezza che avevo ho pensato: meglio levare le tende. Quanto alle altre lezioni, quelli di Dongfang che si sono sempre spacciati per miei amiconi, che mi avevano detto che avrebbero sperato che io fossi rimasto a Nanchino (oddio, consecutio temporum, sento il ghiaccio che si assottiglia), insomma, evidentemente tanto amiconi miei non erano. Mi sono trasferito dal dormitorio ad un appartamento in affitto. Sono andato a Hong Kong volando qui e lì con l'aereo per farmi un visto business di sei mesi. Appena avviate le pratiche del visto scrivo loro: beh, pare che posso restare in Cina un altro po', che si fa? Questi mi scrivono: "beh, sai, potremmo darti un sacco di altre lezioni, ma non per i soldi che prendevi prima" (gatto che ripassa, parte il deja vù). Simpatici come un dito in un occhio. 
 Quindi rieccomi, in questo spazioso appartamento, mi sento uno della famiglia Stark ripentendo a me stesso "winter is coming", conscio che il bell'appartamentino (arredato nel modo più cheap immaginabile, dico solo: la tazza del water traballa) sarà una pesantissima arma a doppio taglio quando il freddo arriverà e noi moriremo male senza riscaldamenti e con questi infissi che secondo me hanno l'isolazione termica della carta velina. vabbè, vedremo. Insomma, sono qui e cerco lavoro. Chissà quante possibilità eh. La lingua del futuro eh. Le persone ti trattano come se fossi un mezzo genio perché uno sa due parole di cinese e dicono, beh, trovare un lavoro sarà sicuramente una passeggiata. Io però mi faccio la mia quotidiana gira tra siti di annunci (monster, zhaopin, camera di commercio italiana in Cina, ricerche su google contenenti la parola lavoro + keyword più disparate) e non trovo assolutamente una fava. Gli unici due tre annuncini che ogni tanto spuntano fuori sono quelli per insegnanti di italiano mal pagati, con orizzonti lavorativi che non superano i tre mesi. Uno dei problemi di fondo, ad occhio e croce, è che in effetti neanche io so esattamente cosa cercare come posizione lavorativa. Però è anche vero forte che tutti, ma dico tutti i sacrosanti annunci richiedono persone che abbiano esperienza di tre-cinque anni nei propri campi. Che a me sembra un paradosso logico di una certa dimensione. Insomma, se il lavoro entry level è stato fatto scomparire dal pianeta come si fa questa fantomatica esperienza? Un giorno arriveremo ad un unico progenitore dell'esperienza lavorativa che avrà accumulato l'esperienza in tutto lo sciibile umano perché ha potuto cambiare tutti i lavori a suo piacimento, tutti gli altri fessi sotto di lui perché nessuno è mai riuscito ad entrare. Ma vabbè, come in amore, probabilmente anche nel lavoro se le cose fossero facili non ci sarebbe poi tutto questo gran gusto.
 Bene, per ora continuo la (nuova) routine quotidiana: tarantella tra siti per l'impiego, quando si fa un'oretta prendo la bici e pedalo fino a trovare un posto dove mangiare per due soldi, la sera i giovanotti ritornano e Haoran (Orlando) si mette a smanettare con il proiettore che ha comprato qualche giorno fa su taobao. Abbiamo visto in questi giorni: il dvd pezzotto di batman the dark knight rises che ho comprato per dieci yuan con grande rimorso (toccherà rivederlo di nuovo in versione decente), una seconda visione di New York I love you, mentre ieri è toccato a Prometheus che non è stato affatto male. Arrivati qui passo e chiudo, a presto!

lunedì, luglio 02, 2012

Cavalli buoni, cavalli cattivi

...cavalli così così. Anche oggi, dopo la solita assenza dai teleschermi si inizia con una citazione (non)dotta. Che dà anche il titolo al post, e cioè 好马不吃回头草 che vuol dire pressapoco che un cavallo buono non bruca l'erba che sta dietro. Nel caso il significato non sia immediato (non lo è?) vuol dire che non si torna dietro sulle decisioni prese, non si torna dietro in generale, se vuoi essere un buon cavallo. Altrimenti fai il cattivo cavallo e chissenefrega. L'esempio da manuale è che no, non puoi cercare di riavvicinare le persone che sono state parte della tua vita, perché quella gente lì è erba passata. 
La firma che ho su QQ e che aggiorno ogni giorno pazientemente indica che mancano 5 giorni al rientro in Italia. La cosa strana è che oggi inizio delle nuove lezioni, così, per 5 giorni. Sarebbero potute essere un po' di più ma non mi andava di spostare il volo quindi per ora si fanno queste qui, poi si vedrà. E come al solito rientrare in Italia implica che non ho la più pallida idea di cosa farò dopo, e ogni volta è un dramma. 
Quest'anno è particolarmente travagliato, per ora in due parole temendo di rimanere senza lavoro ho firmato un contratto con la scuola per il nuovo anno, con lo stipendio abbassato, ma che cari, no? Poi il mio collega ha firmato un contratto per le mie stesse ore con una paga leggermente un po' più alta. Al che molto politically correct ho scritto al dipartimento: volete prendermi in giro per il terzo anno di fila? anche no! quindi non so cosa ne sarà di me ma a questo punto l'anno prossimo niente scuola a Nanchino, il che mi mette addosso una grande paura, angoscia ma anche un grande senso di liberazione. Almeno non dovrò inghiottire un po' di grossi rospi pur di continuare ad avere un tetto sotto il quale dormire e un salario per fare un po' di spese. 
La domanda, che ha davvero del ninja inside, che mi è stata fatta da persone diverse (ma dove l'hanno trovata? su yahoo answers?) è: dove ti vedi tra cinque anni? quale scelta lavorativa devi fare affinché tu possa andare in quella direzione? E la risposta, mi dispiace, davvero inevitabile è... ma io che diavolo ne so! Una persona molto cara mi ha detto: rifletti, pensa a cosa vuoi dalla tua carriera. Ora io no, non c'ho bisogno di pensarci: a me della carriera, ora come ora non me ne frega una mazza. Niente del lavoro, ancora meno dei soldi. Non è forse lecito che ognuno abbia le sue priorità? Intendiamoci, certo, ci sono tante cose che mi piacerebbe fare, però appunto, se dovessi fare delle scelte non esiterei neanche un momento. Vorrei stare a Nanchino per stare assieme alla persona che quest'anno ho conosciuto e a cui voglio bene. Cioè, ma a un certo punto chissenefrega che sto qui ad insegnare italiano, a sistemare i piatti al buffet del ristorante di un albergo, a pulire i tombini? Sono ordini di grandezza differenti, secondo me. A che serve avere la carriera se non hai la salute, per dire? Ecco, per me è lo stesso discorso. Ciò dimostra che sono qualcosa di meno? Che non ho ambizione? Non lo so. E se la persona a cui voglio bene mi dice che no, non devo scegliere questo, ma devo pensare alla carriera, allora che si fa? Boh, intanto si chiude un capitolo della vita, pare. Per il resto incrociamo le dita.

domenica, aprile 22, 2012

Double Happyness

Farò come ogni inviato in Cina che si rispetti e inizierò con una sottospecie di citazione astrusa riguardante l'argomento di oggi: Il matrimonio.
Orbene, non c'è matrimonio che si rispetti dove alle coppie non vengono donati simbolicamente datteri cinesi, noccioline, 桂圆 (che devo andare a rimediare su wikipedia come si dice in una lingua comprensibile: wikiepedia dice "Longan" che poi sta per occhio di drago) e semi di girasole. I caratteri contenuti in questi quattro fantastici oggetti compongono la frase 早生贵子 "zao-sheng-gui-zi" che è un bell'augurio a procreare il prima possibile, sfornare un bell'erede per la linea di discendenza. Una volta c'era anche un altro augurio 子孙满堂 "zi-sun-man-tang" che augura una ricca figliolanza (che figli e nipoti possano riempire la sala), ma in tempi di programmazione delle nascite piuttosto stretta... mi sa che questo non lo usa più nessuno. Allora? Come me la sono cavata con gli aneddoti/orpelli inutili? C'ho un futuro? Ma adesso veniamo al nostro matrimonio. Continuiamo dopo la pausa, non ve ne pentirete.

Ora, veniamo a noi (di nuovo), possiamo girarci attorno, lasciare un paio di indizi qua e là, e alla fine ve la butto lì, zac! come fosse un thriller ben girato. Ma anche no. Posso anche dirvelo direttamente qui di che si parla, così se v'interessa continuate nella lettura, se non v'interessa mi fate tanti auguri per la permanenza in Cina, magari accendete anche un cero per me affinché io possa trovare un lavoro decente a Nanchino. Il punto è che ho fatto il testimone di nozze ad un matrimonio qui a Nanchino, che potrebbe avere già di suo un certo esotismo, con tutti quei riti del matrimonio cinese, ma il dettaglio che al lettore medio apparirà ancora più esotico è che il matrimonio era tra un mio amico omosessuale e una lesbica. [Massì penso di poterlo scrivere, tanto i cinesi che sanno leggere l'italiano (miei studenti compresi) sono 4 gatti, se tra parenti e amici del tizio a cui ho fatto da testimone ce ne fosse qualcuno l'avrei saputo, immagino.]
Saltiamo in avanti, a ieri pomeriggio. - Me ne pento - ho detto ad un mio amico - Me l'ha chiesto un sacco di tempo fa di fargli da testimone e non me la sono sentita di rifiutare. Forse avrei dovuto. Comunque gliel'ho detto che non condividevo quello che stava facendo. E il mio amico per tutta risposta mi ha detto che non sono adatto a restare in Cina, che non capisco le cose qui come funzionano. Il mio peccato è non approvare. Non approvavo la scelta di Adam che l'anno scorso s'era sposato per far contenta la sua mamma, meno che mai il mio amico di qualche giorno fa nel cui caso dire alla madre di essere finocchio non è bastato a salvarlo da questa iattura. La madre, tanto simpatica per carità, è evidentemente anche tanto pragmatica da volere comunque fare un bel festone per i "lingdao", i vari boss e capi dei luoghi di lavoro di sposi e famiglia, e comunque, in qualsiasi modo lo tirino fuori a lei l'idea di un nipotino non dispiace, quindi, uomo, donna, cavallo che ami, che si dia da fare per tirar fuori un marmocchio.
Saltando indietro c'è abbastanza letteratura sull'argomento. Quello dei matrimoni farlocchi intendo. Probabilmente ce ne avremo a pacchi anche in Italia, magari è che io che vado per i 31 in madrepatria sono considerato quasi un giovanotto, ma, a quanto pare, per il matrimonio l'orologio biologico cinese comincia a ticchettare un sacco prima. E di cazzi ce ne sono davvero pochissimi, io non è che conosco una fauna esagerata di gay cinesi ma per quelli che conosco è un plebiscito: tutti contanto di trovarsi una brava ragazza omosessuale per imbastire una cosa tranqui e poi mettersi l'anima in pace. Altrimenti mami, papi e famiglia non danno tregua, se esistesse l'intermediazione matrimoniale come sport olimpionico la Cina avrebbe un'altra medaglia d'oro assicurata. Ma uno che fa? Gli pianta la grana che se sarà pur vero che adesso non è che son rose e fiori (ma dove sono rose e fiori?) ma se tutti fanno così le cose cambieranno mai? e perché dovrebbero cambiare? un matrimonio del genere è l'affermazione che il problema non si pone. Sei finocchio? Sposati una lesbica (o, peggio ancora, sposati una povera tizia inconsapevole) e vivi felice. Pure io, fesso come sono, scelgo il classico vivi e lascia vivere.
E così mi sono portato il vestito buono (non quello buono buono, quello se lo sono mangiato le tarme quando ero a Perugia, quello così così che ho comprato per andare ai matrimoni, pur sempre l'unico vestito che ho) dall'Italia, con la cravatta Missoni che Paolo mi ha comprato quando s'è sposato lui. La mattina mi son alzato di buon'ora (bugia, ma la sera prima ero andato a cena con parenti e amici dello sposo, abbiamo pasteggiato, bevuto e io alla fine mi sono ritrovato a vomitare anche le tonsille alla stazione della metro, quindi è già tanto che il giorno dopo mi sono alzato), ho fatto tardi lo stesso perché non è che viva sotto casa dello sposo, così, hop, cambio di programma al volo ed ho aspettato direttamente sotto casa della sposa. Lo sposo arriva, un po' di foto e filmini preliminari, apri la portiera, chiudi la portiera, poi tumulto generale per convincere la sposa ad aprire la porta. Dopo venti minuti di urla, strepiti, mazzate sulla porta e buste rosse con soldi dentro infilate nelle fessure i familiari della sposa aprono la porta. La coppia offre del tè ai genitori della sposa, un parente della sposa prende la sposa sulle spalle e la porta fuori, arrivata fuori la sposa indossa scarpe nuove (ovviamente qui è tutto col tasto FF del videoregistratore, le cose in realtà sono accadute un po' più lentamente) e poi via, a fare il giro in macchina (sposo, sposa e due testimoni) fino ad arrivare al nuovo appartento degli sposi. Lì lo sposo porta la sposa sulle spalle (con scarso successo, nel caso del mio amico) fino alla nuova casa. Ci sono anche i genitori dello sposo, quindi nuova offerta di tazza di tè. Tutti a vedere il nuovo nido d'amore poi a fare un pranzo. Dopo pranzo, fermi tutti prima di digerire, tocca tornare a casa della sposa (una cosa che si chiama 回门, huimen, credo) per dimostrare che anche se adesso è un membro della famiglia dello sposo nessuno si è dimenticato dei genitori di lei. Poi al ristorante a svaccare (cioè dove io mi son comprato una gatorade, mi son seduto e mi son messo a leggere tesi) fino alla cena con frizzi, lazzi, presentatore, canzoni, video-dediche agli sposi, tartarughe arrosto e chi più ne ha più ne metta.
C'è stato un momento preciso che ha cambiato il mio stato d'animo. Non le candele accese insieme, non il vino (acqua rossa? sali da bagno?) versati in un vaso a forma di cuore, non i tre inchini che gli sposi hanno prima rivolto alle famiglie e poi l'un l'altro. Ma il presentatore che chiede allo sposo: se dovessi descrivere l'aspetto della sposa con una parola quale useresti? - Bella se dovessi descrivere il carattere della sposa con tre parole quali useresti? - Di buon cuore se dovessi esprimere quello che vuoi dire alla sposa con due parole quali useresti? - Ti amo* (*versione in cinese disponibile su richiesta) Ecco, quel Ti amo non mi è andato giù. Avete presente il manga il sogno di Maya dove l'insegnante della protagonista dice che recitare è portare una fragile maschera di vetro? Ecco, in quel momento l'illusione per me si è rotta. L'idea che si potessero scimmiottare così i sentimenti per mettere in pace due poveri cristi e due famiglie non mi è piaciuta. E pensando ad una persona molto cara che ha fatto una farsa simile ho preso la metro verso il dormitorio della scuola ed ho pianto. Ultimamente c'ho la lacrima facile.

mercoledì, febbraio 29, 2012

L'insostenibile leggerezza di insegnare italiano

Io ho passato i trenta. E quindi cosa ho scritto e cosa non ho scritto mica me lo ricordo più. Rischio di ripetermi, non si fa. Però è anche vero che repetita iuvant, no? Ma lasciamo parlare i fatti... e parliamo del mio lavoro. Lunedì è arrivata la nuova collega. Arruolata dalla scuola per arginare l'emorragia di insegnanti che abbiamo avuto (ci ha lasciati il nostro grande capo, quello che dava un'aria di dignità alla nostra facoltà). Non le hanno chiesto di fare una marea di ore, domenica mi ha anche chiamato per chiedermi cosa abbiamo fatto lo scorso semestre. Io le ho detto che l'unica materia che ha ereditato da me è quella di scrittura. Quindi le ho accennato brevemente le cose fatte. Poi mi ha chiesto quale fosse il livello della classe.

Ho sentito un certo entusiasmo nel tono di Ines. Mi diceva, che notizie mostro? La neve a Roma? O cose più complesse come la crisi economica? Io poi sono andato in aula lunedì, per vederci dal vivo, per darle il benvenuto. E facciamo un eclissi. Passiamo al giorno dopo quando Bianca mi ha chiesto se sapessi se lei avesse o meno esperienza come insegnante. Bianca pensava di no, perché quest'italiana parlava italiano molto velocemente. Anch'io, ripensandoci, credo di no. E lo credo perché penso che la mia nuova collega si aspettasse di trovare piccole creature bramose di sapere al suo arrivo. Si aspettava che con rara iniziativa gli studenti segnalassero tutti i punti a loro non chiari affinché si svolgesse una sana e armoniosa lezione. Questa è l'impressione che ho avuto. E arriviamo a oggi. Dopo il mio primo giorno di lezione ho perso la voce. Mi sa che non c'ero abituato a parlare e parlare per quattro ore. Speriamo di riavercela domani... altrimenti il cielo non voglia! sarò costretto a far parlare i miei studenti. Ora, saltando di palo in frasca, essendo io nel mezzo di una relazione complicata, non dico appena è cominciata, ma in effetti tipo 5 minuti dopo mi sono guardato attorno e ho visto che non ero nel luogo indicato alla voce luogo di nascita sulla mia carta d'identità. E ho pensato: e adesso come ci resto qui? Per restare in Cina mi serve un lavoro, e non saprei bene dove farmi assumere a Nanchino e non saprei bene quale lavoro potrebbe offrirmi un bel visto lavorativo a Nanchino. Quindi 10 minuti dopo avevo il sinistro sospetto che la cosa più papabile è quella di restare qui un altro anno a insegnare italiano, anche se, non lo nascondo, non mi piace lavorare qui. L'equilibrio a cui sono arrivato in questo periodo è che sono un professore mediocre in una scuola mediocre. Se dico che i miei studenti sono reattivi come mufloni in coma terminale la risposta dell'interlocutore medio è che devo sapermi mettere in discussione, trovare il modo di catturare la loro attenzione, di stimolarli. Ma li guardo pure io i film dove gli insegnanti saltano sui banchi e tutti si emozionano, ma per dirne una oggi la mia collega mi chiede di Enzo, del fatto che non ha passato i miei esami. E io le dico "Cara Francesca, ieri Enzo non è riuscito a tirar fuori la parola sorella, ha detto qualcosa come "mio fratella sposata"". Questi studiano 16 ore a settimana di italiano, e lo so che se fossi un insegnante migliore non saremmo arrivati qui. Però boh, io la soluzione in tasca non ce l'ho. Ad ogni modo, ecco, resta da vedere concluso questo semestre (ed è bello che lo pensi quando ho iniziato le lezioni da un solo giorno) cosa toccherà fare per campare e per rimanere a fianco alla persona a cui vorrei rimanere a fianco in questo momento. 
Boh, Yang Yang a mensa oggi ha detto che per quelli del segno del Gallo (come me) l'anno del Drago porterà grande fortuna. A me finora sembra aver portato solo sfiga (giuro, sono praticamente caduto in depressione il giorno dopo capodanno) ma vabbè, magari si risale la china e finisce col botto! Tanto sperare male non fa, no?

sabato, febbraio 25, 2012

Un giorno questo dolore ti sarà utile

Spero che Google non vi abbia attirato qui con l'inganno. Se è capitato me ne scuso. Il titolo di questo post è una frase che mi è rimbalzata in mente. Non parlo né di romanzi né di film qui. Anche se ho appena visto The Descendants e ve lo consiglio. Qui parlo di me. Di Mario Parlato, 30 anni, che vive da quasi quattro in Cina. Anzi, non parlo di me. Cioè, di cosa parlo non lo so. E' l'ennesima puntata della posta del cuore. E la domanda di oggi è: quanto dura una notte?

Chissà ognuno avrà la sua risposta. So solo che adesso sono le tre e mezza di notte e questa promette di durare tanto. Bisogna solo aspettare che il giorno passi. E' la cosa più ragionevole da fare. Ma allora perché non dormo? E domani cosa succederà? Quindi grosso modo è così: in Italia è un po' presto per andare a nanna. In Cina magari qualcuno fa le ore piccole, è pur sempre sabato sera. Ma un sacco di loro staranno dormendo, a maggior ragione vale qui nel dormitorio. E mentre tutti dormono un momento che generalmente passa senza che neanche ce ne accorgiamo per me si è dilatato infinitamente. E così ho pensato di scriverci su un post. Tanto per.
Sul resto non mi dilungo, magari ci ritorno se tra un ora sto ancora qui con gli occhi sbarrati. Nel frattempo mi godo il tempo che non passa e i miei stati d'animo che si alternano impazziti. Buonanotte.

martedì, gennaio 31, 2012

Cara mami, caro papi

Gennaio è finito. Praticamente sono in vacanza da un mese. E per quant'altro? Un altro mese? Non è una bella notizia, è una tragedia. Ma grande, eh.
L'anno scorso ho avuto il fortunone di trovare un lavoro nelle vacanze invernali, quindi mi ero praticamente dimenticato l'allegro senso di paranoia di stare a casa e non avere nulla da fare (e non voler neanche fare quel poco che si dovrebbe fare). Datemi qualche altra ora di nulla e prendere gli spigoli del tavolo a craniate mi sembrerà un delizioso passatempo. E' la stessa sensazione di stare a casa in estate, quando penso che se fossi nato paraspifferi sarei più utile all'universo. Colla diferenza che qui ora fa anche freddo, quindi, purtroppo per me, la questione del paraspifferi risulta ancora più evidente.
Immagine generata con questo.