sabato, dicembre 27, 2008

Natale senza i tuoi... e capodanno?

Oh, divinità del cielo! Quante persone oggi alla stazione! Un miGLiardo di cinesi eran tutti lì, a shijiazhuang, a comprare qualche biglietto del treno per andare chissà dove. Le stazioni del treno cinesi sono posti che mi turbano davvero un sacco, ma cominciamo da principio, dalla festa di Natale.
La vigilia di Natale i miei bimbi hanno organizzato una festa in classe, ci sono arrivato con un po' di ritardo, c'erano gli esami, poi le lezioni, poi ho provato ad insegnare ai ragazzi a cantare Jingle Bells, poi la lezione di cinese (l'ultima, sigh) sono tornato a casa stanco morto, ho pensato anche di disertare. Poi sono arrivato e sono iniziare le rappresentazioni.

E' stata dura per me, i ragazzi hanno messo su delle rappresentazioni divertenti, se la sono risa di gusto ma io non c'ho capito neanche una parola, e in mezzo a quella classe vociante mi sono sentito solo, come se il mio cuore avesse bisogno di altro e nessuno, lingua o non lingua, fosse in grado di parlargli. Poi abbiamo giocato, ho cantato per loro, l'adrenalina dell'esibizione mi ha fatto sentire meglio. Poi sono tornato in camera con la mela che mi hanno regalato. E' usanza qui, per una mera assonanza linguistica che nella notte della vigilia si mangi una mela. Assieme alla mela c'erano dei bigliettini scritti dalle ragazze augurandomi le cose più disparate, li ho letti con calma uno alla volta, mentre parlottavo con mia sorella su facebook. Sono dei messaggi bellissimi, che mi hanno davvero sciolto, mi riprometto di leggerne uno alla volta, come una medicina, ogni tanto per risollevarmi nei momenti un po' bui.
Anche il giorno di Natale non è stato malaccio, ho pascolato un po' per centri commerciali, poi ho incontrato un amico e con lui ho mangiato huoguo a buffet, roba da sfondarsi le budella, che buono, ho fatto un giro per la sua università (inutile fare confronti col campus dove mi trovo senza uscirne con le ossicine rotte) sono tornato alla casa base perché Susan (la mia responsabile, diciamo) mi aveva invitato ad una "festa" a cui avrei dovuto esibirmi in qualche modo. Arrivati lì ho scoperto che la "festa" era una cena di Natale per qualche centinaio di cinesi che tra uno spettacolo e l'altro si sarebbero gustati una mia canzone... Prima dello spettacolo c'era la cena, ma io ero pieno come un uovo e mi sono limitato a bere un paio di bicchieri di caffè destando nei miei vicini il sospetto che a me il cibo cinese non piacesse. A me l'idea faceva ribollire il sangue: tutti quei bei spettacolini, acrobati, cantanti, una coppia di bimbi che danzava latino americano come scafati professionisti, che c'entravo io? proprio non lo so. Ma Nacho ha ragione: io a questi qui non so dire di no, mi sono trovato in ballo lì in mezzo ed ho ballato meglio che potessi. Ho poi conosciuto un ragazzo americano che parlava un cinese sopraffino (qui da due anni, ignoro gli anni trascorsi) ed ovviamente ho riconsiderato i miei miseri tentativi, la mia esperienza, e mi sono sentito un nullafacente.
Comunque dopo la canzone, una birra e un po' di sigarette per placare lo stress sono tornato in camera ed ho chiamato i miei familiari dato che, insomma, era pur sempre natale. E così, dopo un altro giorno di lavoro, ultimo giorno di lezione per gli italiani, ancora esami per gli inglesi, siamo arrivati ad oggi, quando volevo comprare il biglietto per andare a Pechino ma c'era così tanta gente che manco me lo immaginavo ed ho desistito prima di incominciare. Ma questa è un'altra storia.

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