sabato, maggio 17, 2008

Time waits for no one

Ho fatto un po' di pausa che non trovavo niente di abbastanza interessante e abbastanza banale da scrivere, è una sensazione strana, avvertire un po' il vuoto di non aver nulla da raccontare agli altri o a sè stessi. Anche se a volte magari è solo che preso dalla routine non faccio pensieri troppo strani da tradurre sotto forma di post.

Ieri la professoressa ci ha invitati a mangiare huoguo, nella fattispecie un tipo chiamato haidilao. L'huoguo è insieme un pranzo ed un evento e mai avrei potuto farne a meno, anzi trovo quasi criminale aver aspettato così a lungo prima di provarlo. L'huoguo per chi non lo sappia implica che il tavolo al centro ha un buco con un fornello, il gentile personale ci piazza dentro una pentola con del brodo piccante, quando inizia a bollire si infilano i vari ingredienti che una volta cotti poi si ripescano e si mangiano. Nella fattispecie dietro consiglio della prof abbiamo provato: verdurine, funghetti, tofu, patate, carne di capra, trippa di maiale, uova di quaglia, sangue d'anatra (!), spaghetti tirati al momento da un tizio che non sfigurerebbe ai mondiali di atletica leggera e altro che magari dimentico. bello, molto bello. un pelo più caro dei cari zhajiangmian ma assolutamente un'esperienza.
Stamattina invece toccava alla gara di cucina (si fanno i jiaozi! vedi foto) è stata una mattinata interessante, anche divertente, temevo il peggio ma alla fine pasta e ripieno erano belli che preparati. quindi toccava solo stendere la pasta, fare le suppostine, farcirle e chiuderle in maniera artistica. Certo, c'era gente che faceva fogge a dir poco magistrali mentre i nostri chi più chi meno magari erano a malapena commestibili.
Ma su questo potevo anche soprassedere, sa, io magari faccio il gelato o le lasagne, tu i ravioli, il mondo è bello perchè è vario. Poi certo, i giurati che osservavano il mio atroce lavoro, il pranzetto dopo, è stato un bel momento ma certo ciò che ha lasciato il segno più profondo nel mio animo è stato che in mezzo a quei ragazzi provenienti da ogni parte del mondo (quanti saremo stati? 150?) mi sembrava che tutti parlassero un cinese favoloso tranne me. Mentre attendevamo che annunciassero quelli promossi al secondo step della competizione si sono anche messi a fare i quiz in cinese! e io non capivo niente... e mi vergognavo. Sono tornato a casa frustrato e triste, era eccitante sentire parlare un così bel cinese (in realtà nient'affatto melodioso, ma anzi, affascinante per l'evidente commistione con le loro lingue d'origine) ma era avvilente per la mia autostima sentire così lontano da me un tale traguardo. E non costituisce un alibi pensare che magari stanno qui da 4 anni, perché sento che a me questo tempo non è dato, che posso usare al massimo quello prezioso che mi è concesso adesso. Poi sarei certo più utile alla società e di meno peso agli altri se andassi a spaccare pietre da qualche parte. Mi sento sconfitto.

guardando i film che danno su cctv6: ma è mai possibile che su un miliardo quattrocento milioni e rotti di cinesi alla fine i doppiatori di questi film siano sempre i soliti maledetti 3 o 4? uff, la voce delle protagoniste femminili mi dà sui nervi.

2 commenti:

Ailis ha detto...

che fame!! ma dove si può provare quello che hai descritto nel tuo post?

Maio ha detto...

beh, in Cina. :D
o dovunque facciano l'huoguo (o quello che i giapponesi chiamano invece shabu shabu).