sabato, gennaio 05, 2008

Un fragile muro di carta

Una versione precedente dello scorso post, elaborata solo nella mia mente, partiva dall'idea di parlare (o riparlare, non so) di mio fratello e mia sorella: da i regali natalizi, dalle passioni e dal fatto che mentre Alessandro smanetta con la psp e come regalo mi pare sufficente paventare di portargli l'ultimo gioco di Naruto, a Giovanna, che legge l'ultimo Harry Potter in inglese, invece ho regalato Il profumo di Süskind, non certo dopo aver prima battuto molte strade all'interno della libreria Feltrinelli, davanti a mucchi di libri che non chiedevano altro che saltarti in braccio devo dire che ho proprio ridimensionato il mio ego. Però anche nel mio ego così piccolo da qualche parte c'è una piccola vena che ancora pulsa e desidera espandere sè stessa e scorrere su (queste e) altre pareti attraverso la scrittura. Ma questa è un altra storia, ne riparleremo tra un po'.
Oggi, è sabato in fondo, siate comprensivi, mentre ancora dormivo mi arriva un messaggio:
Mario io so qualcosa di te che mamma e papà sicuramente non sanno o che almeno non gli hai voluto dire. Io l'ho accettato senza problemi infatti lo so da 5 anni e lo stare con te mi ha reso sempre felice. L'unica cosa che non capisco è il fatto che tu ti nascondi dietro un fragile muro di carta. Volevo dirti qusto da un bel po' di tempo, volevo liberarmi di questo peso, non importa come io lo sappia e non chiederti cosa sia perché ormai l'hai capito, l'importante per me è avere un fratello che non dice bugie e che mi vuole bene. Ti voglio bene
Alessandro
Non è che ci possiamo tergiversare attorno: o mio fratello ha scoperto che ogni tanto fumo qualche canna (ma non ditelo a nessuno, segreto, ok?) oppure il fatto che, ahinoi, sono un finocchio. Beh, non ho compleatamente metabolizzato l'aver ricevuto questo messaggio e mi sento come se lasciando casa avessi lasciato lì il gas aperto.
Adesso tra noi rimane la distanza e la sgradevole sensazione di non poter parlare faccia a faccia ma via sms, e poi pur potendo parlarne, da dove cominciare? è un argomento che non ho mai affrontato granchè: la mia vita si è sempre 'divisa' tra persone che hanno avuto modo di conoscere questa mia inclinazione e altre persone che lo ignorano, non gli interessa, mi ritengono un po' strano.
L'omosessualità è un pezzo di me che mi son sempre portato dietro, nella mia vita mi è capitato conto di doverne rendere conto ad altre persone prima che potessi farci i conti io stesso, è qualcosa che a volte torna fuori e si fa sentire, altre volte e come se non ci fosse, come l'andamento che disegnano le linee di un bioritmo. Diciamo che sono al punto del bioritmo in cui io e quell'altra cosa andiamo abbastanza d'accordo, riconosciamo l'uno l'esistenza dell'altro e qualche volta ci facciamo pure qualche risata tra buoni amici. Rimane il fatto che è in qualche modo un ospite che porto ad una comitiva di amici e non so mai quando tirare fuori o presentarlo.

N.B. Nel caso questo fosse il primo post che leggete nel mio blog le cose sono pure complicate dal fatto che mio fratello ha undici anni. Il cielo m'aiuti.

Nessun commento: