Iniziamo dalla musica, anche se tenere il filo sarà un po' dura perché alla fine quando stai tutti i giorni piegati sui libri non sai che raccontare, quando per un paio di giorni esci e fai casino, fai cose e vedi gente non ti raccapezzi e non sai da dove iniziare. Quindi partiamo dalla musica che si fa sempre bella figura. Siamo andati al conservatorio di Pechino ad ascoltare un concerto facente parte del programma del festival di musica moderna, roba tosta, suoni elettronici, classico che si fonde coll'alterazione apportata dal computer, un'esperienza, a me sembrava di stare in un film di Lynch. Ma questo concerto è solo la premessa di una serie di eventi ben più lunga...
Lì al conservatorio faccio la conoscenza di una bella signora italiana (fare conoscenza = sentire qualcuno che al negozio di alimentari parla italiano e dire: wow, parli italiano!) che aveva avuto anche lei un concerto lì al conservatorio, giusto qualche giorno prima. Mi dico dispiaciuto di non aver avuto l'occasione di ascoltarla e vengo invitato alla prossima performance all'istituto di cultura italiana a Pechino. E così sabato 31 ci armiamo e partiamo alla volta di questo bel concerto di musica moderna per flauto. Quando andiamo via la guardia che gentilmente ci aveva indicato il luogo del concerto ci chiede se saremmo venuti all'ambasciata per il 2 Giugno, festa della Repubblica. Noi ci mostriamo interessatissimi e lui ci chiede se abbiamo gli inviti, sigh. Poi fa: vabbè, non venite all'inizio che c'è tutto il gotha, passate più tardi che ambasciatori e teste coronate sono andati via e la gente comincia a imbucarsi tranquillamente per sbevazzare qualcosa.
Detto fatto, nonostante voci di corridoio annunciassero sventura e morte, tipo che senza giacca e cravatta niente ingresso, oppure che alle nove chiudono la porta e buttano la chiave, un po' strafottenti e curiosi da morire ci incamminiamo lo stesso (alla meno peggio: dire che vogliamo andare all'ambasciata italiana all'autista del taxi sortisce lo stesso effetto che chiedere del lago titikaka), arrivati lì un po' timorosi per la presenza di sorveglianza e gente che passeggiava in vestito da sera ritroviamo la nostra guardia di fiducia che ci accoglie, ci lascia entrare e ci indica dove sono le bevande. Eravamo un po' tutti scazzati (tristi presagi, calamità naturali, autisti scontrosi, gatti neri, ecc...) all'inizio, da quel momento in poi parte il sorriso compiaciuto che ci avrebbe accompagnato per tutta la serata: All'imbuco party italiano all'ambasciata, al retro sanlitun a mangiare fish'n'chips e bere vodkaredbull ballando attorno ad un palo, a sanlitun centro con altro drink e fumando un sigaro (altra scena da pisciarsi sotto: Mattia compra il sigaro e l'accendino, il cameriere inizia a smanettare per accenderci il sigaro, guarda bene l'accendino e lo TIRA in mezzo alla strada con disgusto, poi prende il suo simil zippo e continua l'operazione con fare esperto). Poi siamo tornati a casa, contenti come dei cretini, perché in fondo anche imbucarsi ad una festa (tavoli con fiori, musica, giochi di luci e immagini, mi sembrava di essere al matrimonio di qualcuno...), mangiare un gelatino in ambasciata, farsi due foto con i carabinieri son cose che risollevano l'umore...
Poi oggi visto che la lezione è stata cancellata siamo andati senza indugio dall'altra parte di Pechino (due ore in autobus: agonia) a ravanare in paradisi dell'elettronica e dei fumetti. Con straw bear che è già diventato il mio locale preferito di sempre (leggi fumetti e riviste su animazione e videogiochi mentre con venti yuan hai un bicchiere di cocacola che quando finisce ti viene riempito di nuovo). Ma questa è un'altra storia.
A presto, miei prodi!
P.S. ah, già, il titolo. Beh, mentre passavamo tra un negozietto e un altro di oggettistica per pc ce n'era uno dove ascoltavano a manetta una versione remix di batte forte delle lollipop, in cina, a pechino... che ridere.
In foto: Elisa a Sanlitun
Lì al conservatorio faccio la conoscenza di una bella signora italiana (fare conoscenza = sentire qualcuno che al negozio di alimentari parla italiano e dire: wow, parli italiano!) che aveva avuto anche lei un concerto lì al conservatorio, giusto qualche giorno prima. Mi dico dispiaciuto di non aver avuto l'occasione di ascoltarla e vengo invitato alla prossima performance all'istituto di cultura italiana a Pechino. E così sabato 31 ci armiamo e partiamo alla volta di questo bel concerto di musica moderna per flauto. Quando andiamo via la guardia che gentilmente ci aveva indicato il luogo del concerto ci chiede se saremmo venuti all'ambasciata per il 2 Giugno, festa della Repubblica. Noi ci mostriamo interessatissimi e lui ci chiede se abbiamo gli inviti, sigh. Poi fa: vabbè, non venite all'inizio che c'è tutto il gotha, passate più tardi che ambasciatori e teste coronate sono andati via e la gente comincia a imbucarsi tranquillamente per sbevazzare qualcosa.
Detto fatto, nonostante voci di corridoio annunciassero sventura e morte, tipo che senza giacca e cravatta niente ingresso, oppure che alle nove chiudono la porta e buttano la chiave, un po' strafottenti e curiosi da morire ci incamminiamo lo stesso (alla meno peggio: dire che vogliamo andare all'ambasciata italiana all'autista del taxi sortisce lo stesso effetto che chiedere del lago titikaka), arrivati lì un po' timorosi per la presenza di sorveglianza e gente che passeggiava in vestito da sera ritroviamo la nostra guardia di fiducia che ci accoglie, ci lascia entrare e ci indica dove sono le bevande. Eravamo un po' tutti scazzati (tristi presagi, calamità naturali, autisti scontrosi, gatti neri, ecc...) all'inizio, da quel momento in poi parte il sorriso compiaciuto che ci avrebbe accompagnato per tutta la serata: All'imbuco party italiano all'ambasciata, al retro sanlitun a mangiare fish'n'chips e bere vodkaredbull ballando attorno ad un palo, a sanlitun centro con altro drink e fumando un sigaro (altra scena da pisciarsi sotto: Mattia compra il sigaro e l'accendino, il cameriere inizia a smanettare per accenderci il sigaro, guarda bene l'accendino e lo TIRA in mezzo alla strada con disgusto, poi prende il suo simil zippo e continua l'operazione con fare esperto). Poi siamo tornati a casa, contenti come dei cretini, perché in fondo anche imbucarsi ad una festa (tavoli con fiori, musica, giochi di luci e immagini, mi sembrava di essere al matrimonio di qualcuno...), mangiare un gelatino in ambasciata, farsi due foto con i carabinieri son cose che risollevano l'umore...
Poi oggi visto che la lezione è stata cancellata siamo andati senza indugio dall'altra parte di Pechino (due ore in autobus: agonia) a ravanare in paradisi dell'elettronica e dei fumetti. Con straw bear che è già diventato il mio locale preferito di sempre (leggi fumetti e riviste su animazione e videogiochi mentre con venti yuan hai un bicchiere di cocacola che quando finisce ti viene riempito di nuovo). Ma questa è un'altra storia.
A presto, miei prodi!
P.S. ah, già, il titolo. Beh, mentre passavamo tra un negozietto e un altro di oggettistica per pc ce n'era uno dove ascoltavano a manetta una versione remix di batte forte delle lollipop, in cina, a pechino... che ridere.
In foto: Elisa a Sanlitun
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