domenica, gennaio 15, 2006

Figli di un dio minore

Di ritorno dalla capitale, dove c'era proprio un bel freschetto, qualche minuto in più e la morte per ipotermia sarebbe stata più che una mera eventualità. Scopo primario quello di manifestare per i PACS ( copertura irrisoria della stampa: corriere, repubblica, ansa), cui, a parte i radicali non s'è ben compresa quale fosse l'adesione politica, probabilmente di nessuno, tutti gli schieramenti si sono dissociati tranne qualche sparuto parlamentare preso qui e lì, confortati poi dalla presenza di Alessandro Cecchi Paone ( che gioia).
Ho sperimentato un po' l'ebbrezza avvilente di sentirsi figli di un dio minore, mentre la stampa continua a dare pagine su pagine ai pacchiani botta e risposta tra il premier e gli altri amici suoi. Piuttosto voglio riportare una frase di Ivan Scalfarotto sentita ieri: I pacs in fondo già esistono: ai parlamentari è concesso estendere benefici di tipo economico ai conviventi more uxorio, quello che vorremmo e che ciò fosse esteso anche a tutti i cittadini ( cito con riserva di errore). Mi chiedo se qualche miserabile si sia preso la briga di commentare questa di affermazione piuttosto che dare la solita risposta standard che le agenzie si affrettano a riportare riducendo tutta la discussione a "Benedetto XVI vs Culattoni" ( sigh sigh e strasigh). Qui l'appello, scovato un po' in ritardo, di Scalfarotto.
Note di colore, ovvero tutto quello che ho fatto a parte manifestare.
I saldi: Roma era invasa, file fuori Gucci che sembravano quelle a Firenze per gli Uffizi, nei grandi magazzini code di una ventina di persone per provare i vestiti nei camerini, mi è sembrata l'apocalisse. Bastavano che quelli in coda fuori a dolce&gabbana si associassero per costruire una nuova temibile forza partito ( altro che figli di un dio minore...).
La mostra: ho visitato quella su Manet al Vittoriano. Delusissimo, non vale i miei 9 euri. Per vedere le (belle) marine, due nature morte e due ritratti la metà dei soldi sarebbero stati più che sufficienti, tutti i disegnini e le acqueforti potevano tenersele. E se penso che l'estate scorsa quella su Jiang Guo Fang a Palazzo Vittoria era ad entrata libera... questa era quasi un'estorsione. Non ci siamo.
Gli amici: ho rivisto Mario ( un amico omonimo) dopo tanto tempo. Ciao Mario! Mi ha fatto tanto piacere rivederti!
La cena: alla stazione termini si, ma da w.o.k., magicamente spuntato fuori accanto al mac. Ho potuto svoltare la gelida serata mangiando noodles e yakitori. Simpatico.
Arrivederci compatrioti!

1 commento:

Anonymous ha detto...

la mostra di manet una vera delusione.

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