Il momento in cui la tragedia diventa farsa è un momento strano: nel ricordo viene trasfigurato in uno scenario ovattato, il tempo si ferma, i contorni divengono incerti. Nel mio caso quest'immagine sono io che guardo il pc oggi pomeriggio, noto un dettaglio: il software gestionale del mio ufficio finalmente associa me utente al mio nome, in pratica se modifico qualcosa compare il mio nome in quanto autore dell'ultima modifica piuttosto che un sospetto campo vuoto.
Sarebbe certo un dettaglio come un altro se oggi stesso non mi avessero caldamente invitato a licenziarmi, ciò promuove questo dettaglio ad un ricordo indelebile, eventi prossimi nello spazio e nel tempo si saldano tra loro: al mio nome che fa la sua timida comparsa tra una pratica e l'altra corrisponde la soluzione del mio contratto di lavoro. E' un'immagine un po' scema, credo io, ma in un momento ricco di pensieri che si aggrovigliano ha tutta la dignità di ritagliarsi un suo spazio ed anzi emergere e distinguersi tra i momenti belli e quelli brutti in dieci mesi di esperienza lavorativa.
Oggi posso concluderla qui, necessariamente domani toccherà sbrogliare altri, molti pensieri. Adesso mi limito a formulare ottimisticamente nuovi auguri, nuovi progetti, come se iniziasse un nuovo anno. E dedico il post alla giornata di domenica trascorsa a fare un girettino sui pattini, di cui avete un assaggio in foto, un'occasione buona per un fotofobico come me per godere di qualche raggio di buon sole.
tag: lavoro,
Oggi posso concluderla qui, necessariamente domani toccherà sbrogliare altri, molti pensieri. Adesso mi limito a formulare ottimisticamente nuovi auguri, nuovi progetti, come se iniziasse un nuovo anno. E dedico il post alla giornata di domenica trascorsa a fare un girettino sui pattini, di cui avete un assaggio in foto, un'occasione buona per un fotofobico come me per godere di qualche raggio di buon sole.
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