Un blog è certamente un'arma a doppio taglio, leggendo quelli altrui uno s'immagina che si accende il pc, ci si connette alla rete e si scrivono le prime cose che passano in testa aspettando che più o meno folte schiere condividano e approvino quello che uno scrive. Ma non credo sia così, almeno per ciò che ho sperimentato sulla mia pelle, per un paio di ragioni: innanzitutto credo che ciò che va scritto vada preparato, anche solo con qualche misero appunto e poi mettersi a scrivere volendo dire per forza qualcosa, o volendo dire per forza tutto è davvero deletereo.
Capita scrivendo profili su profili di dover lasciare descrizioni piuttosto concise, in poche righe devi lasciare un'immagine di te stesso, e capita sempre che per voler dire per forza qualcosa si scrivono un mucchio di stronzate e/o banalità.
Il perchè di questo cappello introduttivo è presto detto: mi è capitato di ricordare una cosa che mi piace molto e che forse io stesso avevo dimenticato, o meglio, me lo ricordo in maniera piuttosto intermittente, in determinate occasioni. Quindi alla fine piuttosto che tante ovvietà nei profili di Orkut, MSN o che so io... avrei potuto scrivere che mi piace la cancelleria.
L'occasione stavolta è stata particolarmente significativa, o forse particolarmente banale: ero in ufficio a girare per le stanza censendo quante stampanti ci sono e quali cartucce utilizzano, viste le stampati toccava vedere quante cartucce c'erano ancora in giro e guardo nell'armadio dell'archivio... e TA-DAAAN apro l'anta e spunta fuori il paradiso dell'ufficio: post-it colorati, cartelline, fogli intestati, scatole su scatole di penne bic, pennarelli indelebili, correttori, un fremito mi pervade il corpo, un urletto da verginella sorpresa varca la mia gola e si fa strada con forza. Ah! E via la fantasia correva in dimensioni parallele dove avrei potuto liberamente rovesciare tutto per terra in quell'angusto stanzino e sguazzarci dentro felice come un bucaniere che ha trovato fior di dobloni.
Forse sono fatto per il lavoro d'ufficio anche per questo, ho pensato alla fermata dell'autobus.
Oggi un post monotematico, e meno male, tag: ufficio, Lavoro, cancelleria
Immagine trafugata qui
Il perchè di questo cappello introduttivo è presto detto: mi è capitato di ricordare una cosa che mi piace molto e che forse io stesso avevo dimenticato, o meglio, me lo ricordo in maniera piuttosto intermittente, in determinate occasioni. Quindi alla fine piuttosto che tante ovvietà nei profili di Orkut, MSN o che so io... avrei potuto scrivere che mi piace la cancelleria.
L'occasione stavolta è stata particolarmente significativa, o forse particolarmente banale: ero in ufficio a girare per le stanza censendo quante stampanti ci sono e quali cartucce utilizzano, viste le stampati toccava vedere quante cartucce c'erano ancora in giro e guardo nell'armadio dell'archivio... e TA-DAAAN apro l'anta e spunta fuori il paradiso dell'ufficio: post-it colorati, cartelline, fogli intestati, scatole su scatole di penne bic, pennarelli indelebili, correttori, un fremito mi pervade il corpo, un urletto da verginella sorpresa varca la mia gola e si fa strada con forza. Ah! E via la fantasia correva in dimensioni parallele dove avrei potuto liberamente rovesciare tutto per terra in quell'angusto stanzino e sguazzarci dentro felice come un bucaniere che ha trovato fior di dobloni.
Forse sono fatto per il lavoro d'ufficio anche per questo, ho pensato alla fermata dell'autobus.
Oggi un post monotematico, e meno male, tag: ufficio, Lavoro, cancelleria
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