sabato, aprile 08, 2006

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Basta lamentele, almeno mi auguro. Rileggendo gli ultimi post si direbbe che questo blog ha preso una brutta piega, tutto un mormorio, uno sciabordio su la scena politica italiana, non dovevo pensare all'elefante, ma eccolo qui, che si pianta nel mio blog, in uno spazio solo per me. Per sottrazione riesco a capire finalmente cosa vorrei da questa mia creatura, voglio che diventi un angolo propositivo, creativo, aperto alle possibilità della vita, alle cose provate e da provare, e si, lo ammetto, mi piace un sacco parlare dei fatti miei. Lascio agli altri ben più bravi di me gli elefanti, certo qualche paraculata virulenta tra le perle del giorno la butterò sempre, mica vivo su un'isola deserta.
Questi ultimi giorni sono stati molto stancanti: l'organizzazione della gita è stata davvero ninja... 6 e rotte ore di autobus, poi mostra, poi di nuovo 6 e rotte ore di autobus, ci sarà gente che è morta per meno, una ragazza al ritorno ci è anche andata vicino, temo. La mostra era molto carina, un po' buia, come questi maledetti allestimenti recenti, e con un itinerario un po' contorto, ma credo sia apprezzabile a molti livelli: a me sono piaciute molto le ceramiche... molto quelle della dinastia Tang, quelle colorate... e i mitici soldati dell'esercito di terracotta del primo imperatore Qin, fantastici. Segnalo anche che al ritorno abbiamo visto Il pianista, è stata un'occasione per riscoprire un film che avevo guardato distrattamente e che è realizzato con una qual certa classe, che non è acqua. Un po' è lungo, certo, e ammetto che mi sono anche appisolato, ma solo i titoli di coda hanno un'intensità... un brivido. Ho parlato tanto cinese in questi ultimi due giorni che neanche in due anni di corso, incredibile.
Ho aperto questo blog un po' tardi, ad averlo fatto prima avrei potuto raccontare più da vicino le mie esperienze universitarie e condividerle con altri studenti, questo un po' mi spiace. Comunque segnalo una tra le cose che sinceramente mi ha più infastidito dell'università: le file alla segreteria. Sono sempre state di un fastidio urticante, c'è sempre una marea di gente, e una organizzazione che rasenta l'indecenza. Nella mia personale classifica l'apoteosi poi la raggiunge con il loro telefono: se provi a chiamarli risponde il messaggio che dice che quando le segreterie sono aperte non rispondono al telefono. Ma allora quando? QUANDO? peccato che non lo dicano... Recentemente l'università ha inaugurato il nuovo centro linguistico di ateneo, dopo qualche corso hanno distribuito un questionario per avere feedback in merito alle qualità e alle debolezze dei locali, attrezzature, blabla... e solo oggi mi chiedo: ma perché non l'hanno distribuito prima? perché per cinque anni non mi son potuto lamentare con nessuno di quanto fossero tristi e freddi i luoghi dell'università, della carenza delle sale di lettura, di quanto puzzassero di fumo le aule e i corridoi? questa è un po' l'università: ti chiedono di migliorare una struttura nuova fiammante e piena di (spenti) computer, pulita e tropicalmente calda, e volgono lo sguardo altrove sull'insufficenza delle aule 'storiche' e su l'esagerazione di una burocrazia per lo più nullafacente a fronte di un'attenzione ( customer-care la chiamerebbero in marketing) persino sotto i minimi sindacali.
Le segreterie sono il peggio comunque, forse.
Ah, gioisci popolo, ho avuto un primo barlume d'idea per il mio nuovo racconto, certo con un'idea sola non ci faccio nulla ( è anche un po' scopiazzata, ma si sa, l'ispirazione da qualche parte deve pur arrivare), ma magari queste idee saran come le ciliege...
ah, anche una ragazza del mio corso, Samuela, ha detto che sta provando assieme alla sorella a scrivere un racconto, su, aderite anche voi! ah, ringrazio la fanciulla appena nominata per avermi presto il libro La via della Cina di Renata Pisu ( vedi Reading a fianco): un libro interessante sul destino incrociato di due paesi, Russia e Cina, su questo e molto altro.
Mi scuso per il post forse troppo lungo, l'ha foto l'ho presa dal Guardian, qui.

aggiungiamo due tag, va': , ... altri a venire, cia'.

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