martedì, aprile 28, 2009

A letto (con chi?) dopo carosello...

Si può parlare di sesso in questo blog? Il cielo mi fulmini, ovviamente no! Eppure non mi è del tutto chiaro il motivo per cui a pensare di tirar fuori un argomento del genere io per primo sento il desiderio di struzzizzarmi nascondendo la testa sotto qualcosa. Il mondo è strano forte, eh. Si dice che tira più un pelo di... ecc ecc, ed indubbiamente è vero, tutto ammicca, tutto fa riferimento al sesso, le battute sporche fanno ridere generazioni intere, però insomma, io un blog dove uno parla della propria attività sessuale non riesco ad immaginarmelo. Alla fine queste cose pare che ognuno se le tenga per sé. O quando le condivide, di solito lo si fa con tranquillità perché si rientra in un gruppo di aficionados di una certa categoria e non vanno fornite tante spiegazioni preliminari (che so: membri del club del sadomaso, feticisti del calippo, un gruppetto di amici finocchi ecc...).

Io non è che volevo parlare di sesso, entrare nei dettagli. Volevo ricordare una giornata, tutto qui. Una giornata speciale e, ohimè, il sesso c'entra. Volevo richiamare le sensazioni di quel giorno, tante e nuove o forse dimenticate, magari mettendole qui, su questo blog bianco e freddo che sembra un tavolo per le autopsie, avrei fatto un po' di luce sui sentimenti che provo perché a guardarli tutti insieme da qui dentro c'è solo un mucchietto di emozioni contraddittorie miste ad una certa ebbrezza. Adesso mi ritrovo un po' felice e un po' triste, perché so che queste giornate sono una tantum, che è a voler essere ottimisti è una benedizione perché non sono costrette a sbiadire con la routine (un po' come il piatto speciale che mangi una volta all'anno, mangialo sempre e vattelapesca se è più speciale), perché siano una maledizione... insomma, neanche c'è bisogno di stare qui a dirlo, no? E tra le tante maledizioni c'è quella voglia di ricordare prima che tutto svanisca come sabbia tra le mani, ma di ricordi ho solo le mie sensazioni: il timore ad uscire da solo di sera, ingannare l'attesa guardando il caffè del McDonald's mentre arrivava il treno, e guardarti e non osare parlare (o non sapere cosa dire?) e poi sedersi vicino a te sul letto con imbarazzo e chiedere: posso stare qui? E intanto ora sono triste, confuso e felice. Spero che ricapiti e non voglio che ricapiti. Anche questa, eh si, è la mia vita.
foto: tutto quello che mi rimane, la foto della cena: riso con cotoletta di maiale al curry. sigh

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