mercoledì, maggio 13, 2009

Non piangete per me, sono già morto

Ultimamente questo è un po' l'angolo posta del cuore, che ci posso fare, sarà la primavera lettori (lettori?) miei. Tenete duro, su, passerà come tutte le cose. Orbene, iniziamo. Vi chiedo e mi chiedo: mi sono mai lamentato di come vanno le cose qui a scuola? Insomma, tenetevi stretti, non dico che devo togliermi qualche sassolino dalla scarpa, però oggi qualche impressione a riguardo ce l'ho e la condividerei volentieri. Vi anticipo che ne è venuta fuori una cosa un po' lunga, mi sono fatto prendere la mano, scusate tanto.

Oggi è stata una bella giornata, tutto sommato. Il mercoledì, come tutti i mercoledì, ho quattro ore di lezione il mattino e stop. Come tutti i mercoledì non pranzo alla mensa, ma vado al ristorante con Nacho (oggi piatto freddo di tofu e porro, patate a fette arrosto e pollo piccante (si accettano traduzioni migliori di 麻辣鸡片)), poi a tagliare i capelli assieme. Poi supermercato, palestra, in un bar con Vincenzo a prendere una tazza di caffè Mandheling (l'ho provato perché ne parla B.J. in Soul Eater... eh, motiviazioni profonde!), poi di nuovo supermercato, un altro perchè non avevano il bagnoschiuma che cercavo.
[Altra finestra sui feticismi di Mario: non è la prima volta che mi capita ma mi piace comprare i bagnoschiuma che ho provato in casa di altri/luoghi altri per riportare alla mente le sensazioni provate, i ricordi... l'olfatto è un senso bastardello, ingrato diceva qualcuno. Però in certe circostanze è potentissimo e secondo me una strofinatina di bagnoschiuma batte tutte le madelaine inzuppate di questo mondo]
Poi lezione di cinese con un paio di ragazze che hanno fatto il possibile per farmi capire qualcosa sui nodi tradizionali cinesi, sono partito con l'idea che dei nodi cinesi non me ne fregasse una cippa, ma le simpatiche fanciulle hanno fatto del loro meglio per farmi capire e tutto è proceduto per il meglio.
Una giornata niente male, dove può mai essere andata storta? nella mattina, ovviamente, nelle maledette lezioni della mattina. Io mi sono arreso, manca un mese, mi tappo il naso e vado avanti le lezioni di lingua orale sono lezioni dove IO parlo per due ore e gli altri: fanno i fatti propri, dormono o nella migliore delle ipotesi mi guardano senza proferire parola. Mi sono arreso, certo di intrattenere me stesso raccontandomi cose interessanti. Almeno questo. Questi cinesi (almeno quelli che studiano qui) punto uno: dormono sempre, a qualsiasi ora della giornata, indisturbati, ma come fanno? il martedì io mi alzo alle cinque e mezza, faccio colazione, preparo le lezioni, faccio sei ore di lezione, ne seguo due di giapponese e in effetti un po' cedo... ma tiro uno sbadiglio, per diana, mica mi accascio come corpo morto giace! Punto due, io mi rifiuto di credere che questi qui dopo tanti anni di studio dell'inglese avendo scelto questa lingua come loro indirizzo di studi al college (il che automaticamente implica che hanno studiato più inglese di me!) vogliano ancora e solo fare attività per cerebrolesi, riesci ad attirarli con i giochini più triviali, riprendono un po' di vita se metti su un po' di gioco di ruolo e gli chiedi di fare un dialogo, se provi ad intavolare una discussione... sguardi persi nel nulla (io a colazione prendo un multicentrum, secondo me a loro danno il ritalin!). Ma oggi ce l'ho messa tutta, gliene ho tirata una forte con l'assist del libro che parlava della scelta dei libri nella libreria internazionale a Pechino (ovviamente ci sono solo quelli che hanno ritenuto l'approvazione del governo, scrive testualmente) ho chiesto: insomma, qualcuno decide per voi cosa è giusto o meno che leggiate, che ne pensate? (nessuna risposta, nessun fiato) Visto che tanto il mio è un monologo ho rincarato la dose e detto: una ventina di giorni fa Jackie Chan ha affermato di avere idee contrastanti sul valore della libertà in Cina e ha dichiarato: è meglio che i cinesi siano controllati. A Hong Kong dove c'è più libertà la gente non ne ha fatto un buon uso e quella zona è troppo caotica. Reazioni? zero.
Gli studenti italiani non sono da meno, mi danno lo stesso dolore, non parlano italiano manco a spararli. E ogni volta che anche per dire la parola più cretina del mondo continuano a ricorrere al cinese, ogni volta, muoio dentro. Io mi sono colpevolizzato, assai, neanche poco. E sono tuttora convinto che io abbia una buona fetta di responsabilità sul loro rendimento, però insomma, l'ho capito: non avete voglia e non avete passione e per me non c'è nulla di più deleterio, perchè ho scoperto, forse tardi, l'irragionevole entusiasmo per lo studio della lingua cinese e questa passione mi ha dato tante cose e continua a darmene e la mia sete e la mia voglia di imparare mai cala, anzi lievita all'inasprirsi della battaglia per memorizzare un carattere in più.
Questo è quanto, ciliegina sulla torta il mio futuro incerto e il dramma d'amore che si (mi) sta consumando. Domani con un po' di buona volontà scrivo il discorso che mi ha fatto Nacho nel ristorante, che in fondo anche quello vale la pena. Buonanotte!

lunedì, maggio 11, 2009

Il profumo della vita

Non riesco a pensare, non riesco a non pensare. Mentre sto preparando una lezione o penso al prossimo argomento di conversazione se mi distraggo un attimo tutto scivola via e mi perdo. Basta indugiare un attimo, fissare il muro e la frittata è fatta. La spirale dei miei pensieri è un luogo grigio senza emozioni. Cosa fare? Aspettare che mi passi?

Oggi sono rimasto colpito. Abbastanza. Date le mie condizioni paranormali ho preso spunto da una frase del libro per parlare di ottimismo e pessimismo. Ho citato Winston Churchill "L'ottimista vede opportunità in ogni pericolo, il pessimista vede pericolo in ogni opportunità". E quando ho chiesto loro se fossero ottimisti, se vedessero il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto non hanno esitato e hanno detto che si, sono ottimisti. Quando ho chiesto loro quando... e perché hanno invece risposto "ogni giorno!". Avrei voluto anche chiedere il segreto per potersi professare ottimisti ogni dì ma poi ho pensato che sono qui per insegnare italiano mica per menare il torrone.

domenica, maggio 10, 2009

Ahia

Uhm, (quasi) imbarazzante. Ho scritto il post precedente in preda ad una foga da confessione che non ha trovato soddisfazione in nessun cinese a portata di mano. Ne ho fatto un caso nazionale ma a riguardarlo mi sembra passato molto più tempo di quanto non ne sia effettivamente trascorso. Per sei mesi non succede niente, e poi tutto avviene in una settimana. Sono una personaccia, ne?

E' stata un'avventura ma per le vacanze del primo maggio sono riuscito a mettere piede a Beijing. Non saprei come descrivere nello specifico quello che è successo, è stata una bella gita: ho dormito, mangiato, rivisto qualche vecchio amico, fatto molte chiacchiere. Ne conserverò a lungo il ricordo. Ciò che mi colpisce, anche se poi non ci penso più di tanto, è che mi ricorda molto quando nel lontano 2000 preparai la borsa e partii per un fine settimana a Milano. Che testa che avevo e, a quanto pare, anche adesso non scherzo.
Qualcosa è cambiato, credo, non so esattamente in che senso. Però adesso se incomincio a rimuginare sul futuro la testa mi si affolla di pensieri e a volte piango. Anche per scrivere questo post sembra che non riesca a mettere due pensieri uno dopo l'altro. Avevo sperato che qualcosa cambiasse, l'avevo desiderato, ma adesso non so dare un nome a questo tumulto che provo dentro. E provo imbarazzo e pena per la mia fragilità. Mi sono innamorato?
P.S. Oggi è la festa della mamma. Auguri Filomenz... : )