E' un fatto: adesso che sono tornato posso guardare i telegiornali (che, come molte altre cose, non mi erano mancati neanche un po') e, spesso, dopo la giornaliera dose di cronaca e aria fritta dedicano anche qualche servizio alle olimpiadi che verranno. E rivedo piazza Tian'anmen, e guardando i bus attraversarla ne punto uno a caso e dico: eccolo, è il 52, quello che prendevo io, sta passando proprio adesso. Raidue darà la diretta dell'apertura alle 14:08, tra una settimana esatta, non vedo l'ora. Il caso del giorno, o meglio di ieri, è proprio il filmatino 'leaked' delle prove della cerimonia di apertura trasmesso prima da una tv coreana e che poi, ovviamente, ha fatto il giro del mondo. Io appena ho appreso la notizia non mi sono neanche chiesto se hanno intenzione di allagare lo stadio 'nest' con acqua o magma vulcanico per la cerimonia diretta da Zhang Yimou, ma ho pensato: chissà quanto saranno incazzati come le bisce, adesso, i Cinesi. Io lo sarei, ma in effetti poco conta, a presindere dal fatto che collo schifo di connessione che ho qui anche se lo volessi manco potrei vederlo, come ho già detto tifo per la diretta rai e vedremo che ne sarà. Anche l'editoria c'ha dato dentro un sacco noto: sul venerdì di repubblica censiscono un po' di libri dedicati alla Cina, in generale, o a Pechino e alle olimpiadi, in particolare, certamente ce n'è per tutti i gusti. Di certo non ho battuto nessun record mondiale arrivando un attimo all'altro capo del mondo e scrivendo in breve le mie impressioni; sembro essere, anzi, in buona compagnia.
I sintomi del rientro sono un po' curiosi: ho sempre fame, faccio colazione la mattina con tutto quello che capita, disdegnando i fin troppo classici latte e yogurt in favore di pizze, carne in scatola e quant'altro, sono sempre dell'idea che la cosa migliore da fare è schiacchiare un pisolino o almeno riposarsi un po' sul letto e alle otto di sera inizio a provare un grosso desiderio di andare a nanna. Per adesso non combino nulla, ho un po' di libri di cinese in cui buttarmi a capofitto, prima o poi toccherà a loro, mio padre mi chiede a telefono cosa ho mai intenzione di fare adesso, eh, a saperlo! a saperlo! ma non ne ho proprio idea. e così passo le giornate mangiando, dormendo ed evitando di sollevare questioni che meriterebbero analisi troppo delicate, come appunto cosa fare adesso. Paolo, mio fratello, mi ha passato una copia della 'guida galattica per autostoppisti', per lo meno ho qualcosa da leggere. Anche la mia sostanziale apatia farà parte del jetlag e dei fenomeni ad esso correlati? il pensiero di uscire di casa difficilmente mi sfiora.
Al prossimo appuntamento ai Pensieri Sparsi Del Dopo Pechino (PSDDP), se vi va. Buona giornata.
3 commenti:
...Per sopperire alla mia mancanza, magari ti interesserà conoscere i miei, di primi postumi: dopo aver sperimentato (e questo, per una specie di 'contrappasso da ritorno', è il termine migliore) pizza-pasta-panino alla mortadella-gelato, e osservato che tutti mi facevano lo stesso effetto (una corsa verso il bagno che neanche il Maurice Green degli ultimi record), cedo al ristorante cinese... per scoprire ahimé che, anche se poi sono ovviamente stata benissimo: 1. le bacchette ormai sono solo su richiesta; 2. come previsto, E' TUTTO DIVERSO, e quando sul menu un cibo è detto piccante, in realtà non lo è affatto... neanche con l'aggiunta di svariati cucchiaini di salsa al peperoncino; 3. camerieri e gestori parlano in cinese tra loro, ma pare lo schifino/non lo capiscano (ma quale delle 2?) se parlato dai clienti, con mia immensa tristezza e frustrazione. In più, i cibi italiani non mi vanno, mi stufo a mangiare uno stesso piatto fino alla fine prima di passare a quello successivo, e temo che qualcuno mi uccida se continuo a iniziare ogni mia frase con "In Cina, invece..."!!! Va beh, mala tempora currunt (anche per i 2 chili in più che ho messo su senza ritegno)... quindi non possono che arrivarne di migliori, no? :)
p.s.: mandami il tuo nuovo n. di cellulare!
p.p.s.: prima di aggredirti... le "lacrime facili" erano (anche) le mie?
Con una punta d'invidia mentre scrivevo questi post pensavo: almeno Elisa ha qualcosa a cui tornare. Era un pensiero sciocco il mio? Io qui mi trovo un po' spaesato, sono tornato e non avevo un euro in tasca, ma ancora tanti renminbi che guardo con nostalgia. Guardo la mia terra che considero bellissima e non maledetta dal tempo infernale di Pechino, però, sai, mi manca l'idea di andare in giro e avere l'occasione di rivolgere due parole con qualcuno a caso, e sentirmi realizzato per questo. Ah, tempi duri si prospettano, quanto al cinese, posso ritenermi fortunato che qui i ristoranti cinesi manco ce li abbiamo. Quello che stava a Sorrento ha chiuso prima che anche solo sognassi di familiarizzare colla lingua.
Un bacetto e ai prossimi aggiornamenti.
P.S. non ho ancora trovato un centro wind, quando lo troverò chiederò loro se posso avere una scheda sim con lo stesso numero del vecchio e il risultato sarà comunicato asap.
P.P.S. beh, a casa di Xin Xin tra un po' toccava camminare con gli stivali per fronteggiare l'acqua alta causa lacrime, insomma, apparte Mattia lì stavano un po' tutti col luccicone... o no?
... il solito paraculo che fa finta di non capire... ;) certo che piangevo, me lo ricordo bene... e gli occhi lucidi li AVEVAMO tutti... ma per quanto mi riguarda, non ho ancora imparato a farlo per finta o per compiacere gli altri, perciò il "facili", che sa di ipocrisia, non si abbini alle mie, di lacrime. Certo, il fiume in piena sarà stato un po' esagerato, ma in quel momento ho realizzato che si stava chiudendo una fase della mia vita, e anche se quella a cui stavo tornando non ha niente di cui possa davvero lamentarmi, l'idea che stava finendo tutto, e che molte persone a cui dopo un anno e mezzo mi sono affezionata, al di là di quello che si dice sempre, probabilmente non le rivedrò mai più, mi ha messo addosso una tristezza che non sono riuscita a contenere. E cmq, cambiando argomento, la tua strada sarà molto meglio illuminata di quanto dici... caro laoshi! ;)
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