Come se mi fossi distatto un attimo. Ma sono sempre stato qui. Da quando sono tornato a Nanchino (Cina) gli aggiornamenti si sono fatti attendere (da chi?) quindi metto in pausa la visione di House, che tanto guardo solo per noia e ripenso a quello che è successo di interessante in questo lungo periodo. La prima cosa che mi viene in mente non ci sarebbe bisogno di scriverla: se leggi questo blog plausibilmente mi conosci, se mi conosci verosimilmente me ne sono già lamentato con te. A Nanchino fa freddo.
Q: Ma come Maio, è il terzo anno che sei in Cina ogni anno un po' più a sud e adesso ti lamenti del freddo?
A: Si, ma qui non esistono i riscaldamenti. Lo scrivo maiuscolo, va', NON ESISTONO I RISCALDAMENTI. Cioè, io la Cina la amo visceralmente (forse, alla luce dei fatti, mica così tanto) ma non esiste che qui fa meno sette, c'è la neve pure dentro le stazioni della metro e qui con un condizionatore GREE che d'estate sei c'hai la calura ti ci fai un po' di venticello per aiutarti a dormire questi pensano che io mi ci posso scaldare la stanza... e a che li alimentate questi condizionatori? a uranio? a pasticche concentrate di glutammato monosodico?
Quindi mi sono armato con disonore di pigiamino da lasciare sotto i pantaloni e borsa d'acqua calda elettrica e via, aspettiamo che passi.
Per il resto a parte il freddo tutto procede non dico allegramente, ma almeno con un certo decoro. Grazie al prof. Xiao ho rimediato il secondo lavoretto durante le vacanze: insegno all'università di farmaceutica (CPU, China Pharmaceutical University) a 14 baldi giovani che progettano di andare in Italia a continuare i loro studi. E' un programma messo in piedi appositamente durante le vacanze. Quindi dopo che l'università è stata abbandonata da quelle svariate migliaia di studenti che la occupavano siamo rimasti noi, in un'auletta del dormitorio per studenti stranieri (lo stesso dove ora, pro tempore, abito) a fare lezione tutti i santi giorni (che significa 7 volte la settimana), 3 ore con me e 3 ore con la mia collega. Ah, ci sono anche altri tre quattro tizi nell'unico sportello della mensa rimasto aperto. Per cui a pranzo posso mangiare riso bianco con rapa e spaghetti di soia... oppure riso bianco con spaghetti di soia e rapa. Deprimente.
Il capodanno cinese incombe. Avrò una settimana di vacanza, qui in Cina mezzo mondo (letteralmente) si sposa, tutti che tornano a casa per festeggiare con la famiglia. Io non ho grandi piani, anzi non ho piani, vediamo se rimedio un last minute a casa di qualcuno. Insomma, almeno un posto dove io possa vedere la tv. Che non la guardo mai, ma al Galà del capodanno cinese un'occhiatina gliela dò. Wang Fei (Faye Wong) dell'anno scorso ancora la ricordo con emozione e piacere. A Capodanno invece sono andato con Angelo + cricca a Xiamen più altre località amene del Fujian ed è stato un viaggio molto bello, cagarella dell'aereo e regole oscene di Wuyishan per cui se non hai una carta d'identità cinese non puoi usare gli internet point a parte.
A rivedere col rewind tutto quello che è successo non è che mi vengono in mente cose memorabili. Mi sento colpevole di non aver condiviso tante piccole cose. Il nuovo appartamento all'università e i pannelli solari congelati (=no acqua calda), dormire a casa di Angelo con la luce che proietta le stelle sul soffitto, i fiocchi di neve a Nanchino, il paio di ristoranti italiani in cui sono stato svenandomi. Magari qualcuna mi verrà in mente e la butterò da queste parti più avanti. Ovviamente l'unico episodio di cui ho un'immagine piuttosto ben'impressa e di quando mi sono alzato con un male mai provato in vita mia e ho passato la giornata nell'ospedale della scuola. Di quanto la cosa mi abbia fatto sentire vecchio tutto d'un colpo (la salute che mi gioca brutti scherzetti, devo stare più attento a quello che mangio sennò son dolori (letteralmente) ecc ecc...). Ma anche questo, o almeno la cronaca dell'evento, se mi conoscete lo sapete già da un pezzo.
Ah, improvvisamente mi ricordo un altro motivo per cui i miei aggiornamenti il fatto che col programmino cinese accedere a facebook e blogger sia ultimamente una mezza agonia (qui ormai funziona tutto zoppicando, persino youku a volte mi tradisce... e capirete che le certezze crollano). Vi lascio con una foto di ieri. Un caffè al Costa coffee, macarons e una cover di no surprises dei radiohead, domenica pomeriggio a Nanchino.
Q: Ma come Maio, è il terzo anno che sei in Cina ogni anno un po' più a sud e adesso ti lamenti del freddo?
A: Si, ma qui non esistono i riscaldamenti. Lo scrivo maiuscolo, va', NON ESISTONO I RISCALDAMENTI. Cioè, io la Cina la amo visceralmente (forse, alla luce dei fatti, mica così tanto) ma non esiste che qui fa meno sette, c'è la neve pure dentro le stazioni della metro e qui con un condizionatore GREE che d'estate sei c'hai la calura ti ci fai un po' di venticello per aiutarti a dormire questi pensano che io mi ci posso scaldare la stanza... e a che li alimentate questi condizionatori? a uranio? a pasticche concentrate di glutammato monosodico?
Quindi mi sono armato con disonore di pigiamino da lasciare sotto i pantaloni e borsa d'acqua calda elettrica e via, aspettiamo che passi.
Per il resto a parte il freddo tutto procede non dico allegramente, ma almeno con un certo decoro. Grazie al prof. Xiao ho rimediato il secondo lavoretto durante le vacanze: insegno all'università di farmaceutica (CPU, China Pharmaceutical University) a 14 baldi giovani che progettano di andare in Italia a continuare i loro studi. E' un programma messo in piedi appositamente durante le vacanze. Quindi dopo che l'università è stata abbandonata da quelle svariate migliaia di studenti che la occupavano siamo rimasti noi, in un'auletta del dormitorio per studenti stranieri (lo stesso dove ora, pro tempore, abito) a fare lezione tutti i santi giorni (che significa 7 volte la settimana), 3 ore con me e 3 ore con la mia collega. Ah, ci sono anche altri tre quattro tizi nell'unico sportello della mensa rimasto aperto. Per cui a pranzo posso mangiare riso bianco con rapa e spaghetti di soia... oppure riso bianco con spaghetti di soia e rapa. Deprimente.
Il capodanno cinese incombe. Avrò una settimana di vacanza, qui in Cina mezzo mondo (letteralmente) si sposa, tutti che tornano a casa per festeggiare con la famiglia. Io non ho grandi piani, anzi non ho piani, vediamo se rimedio un last minute a casa di qualcuno. Insomma, almeno un posto dove io possa vedere la tv. Che non la guardo mai, ma al Galà del capodanno cinese un'occhiatina gliela dò. Wang Fei (Faye Wong) dell'anno scorso ancora la ricordo con emozione e piacere. A Capodanno invece sono andato con Angelo + cricca a Xiamen più altre località amene del Fujian ed è stato un viaggio molto bello, cagarella dell'aereo e regole oscene di Wuyishan per cui se non hai una carta d'identità cinese non puoi usare gli internet point a parte.
A rivedere col rewind tutto quello che è successo non è che mi vengono in mente cose memorabili. Mi sento colpevole di non aver condiviso tante piccole cose. Il nuovo appartamento all'università e i pannelli solari congelati (=no acqua calda), dormire a casa di Angelo con la luce che proietta le stelle sul soffitto, i fiocchi di neve a Nanchino, il paio di ristoranti italiani in cui sono stato svenandomi. Magari qualcuna mi verrà in mente e la butterò da queste parti più avanti. Ovviamente l'unico episodio di cui ho un'immagine piuttosto ben'impressa e di quando mi sono alzato con un male mai provato in vita mia e ho passato la giornata nell'ospedale della scuola. Di quanto la cosa mi abbia fatto sentire vecchio tutto d'un colpo (la salute che mi gioca brutti scherzetti, devo stare più attento a quello che mangio sennò son dolori (letteralmente) ecc ecc...). Ma anche questo, o almeno la cronaca dell'evento, se mi conoscete lo sapete già da un pezzo.
Ah, improvvisamente mi ricordo un altro motivo per cui i miei aggiornamenti il fatto che col programmino cinese accedere a facebook e blogger sia ultimamente una mezza agonia (qui ormai funziona tutto zoppicando, persino youku a volte mi tradisce... e capirete che le certezze crollano). Vi lascio con una foto di ieri. Un caffè al Costa coffee, macarons e una cover di no surprises dei radiohead, domenica pomeriggio a Nanchino.
4 commenti:
Dovresti scrivere un libro.
Intendo un libro vero, fatto di carta e inchiostro e filo refe.
Dopo la robaccia pseudo-culturale che mi pagano per leggere tutto il giorno, sei una ventata d'aria fresca, uno spruzzo di sagacia, un raggio di intelligenza.
Io il commento lo pubblico, ma convincere gli altri che passano di qui (e me stesso) che esso è generato da un essere umano senziente e non dai soliti bot che promuovono sconti su medicinali per le disfunzioni erettili sarà davvero dura.
Prima che le male lingue sospettino: io non sono stato! Neanche sapevo/so cos'è il filo refe!
Grazie per le belle parole, e scusa per il brutto commento al commento!
Prego (non c'è di che) e tranquillo, "le persone eccezionalmente brillanti non dicono costantemente cose eccezionalmente brillanti"... e mannaggia a te per avermi fatto cadere un mito, uff!!! :/
perchè non provi ; dai Maio !!
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